Telefono Azzurro e Doxa Kids hanno svolto una ricerca sulla relazione ragazzi e web: il 43% dei giovani fra i 12 e i 18 anni e ben il 53% delle ragazze si sentirebbe ansioso, agitato o perso se fosse privato per una settimana di Facebook, Twitter e Instagram. Il fenomeno della pornografia online
Il padre di Fabio chiama Telefono Azzurro dopo aver scoperto che suo figlio, a dieci anni, guarda contenuti pornografici online sul cellulare. Ad insegnarglielo, si giustifica il bambino, è stato un compagno di classe. Il padre racconta di aver subito provveduto a installare dei filtri di “parental control” e di aver affrontato l’argomento con il figlio, vietandogli inoltre di portare il cellulare a scuola. Alcune settimane dopo, utilizzando un cellulare in disuso, Fabio si connette al Wifi di casa tornando a visionare siti pornografici: “Se non me ne fossi accorto, lui non ci avrebbe raccontato nulla – ha detto il genitore,- né la prima, né la seconda volta. Non sappiamo come trovare un equilibrio tra la severità e il far finta di niente per non dare troppo peso all’accaduto”.
Sulla chat di Telefono Azzurro scrive una ragazza di 13 anni che chiede di restare anonima e si dice molto preoccupata per una coetanea la quale ha postato sullo stato di Whatsapp alcune foto che la ritraggono con le braccia e le gambe con tagli evidenti, accompagnate da frasi quali ad esempio “non ce la faccio più, la mia vita oggi è arrivata al capolinea…” insieme ad emoticon di pianto e tristezza e ad altre fotografie con fazzoletti insanguinati. Scrive anche che l’amica Martina ha anche postato alcuni giorni prima alcuni video raffiguranti persone che si buttano dai piani alti dei palazzi scrivendo nel suo stato WhatsApp: “la mia fine sarà la stessa”. Agli operatori la ragazza confida di essere molto preoccupata per Martina ma al contempo ha paura di chiedere fino in fondo aiuto per lei per non tradirla; dice infatti di aver cercato in Internet un modo per aiutare l’amica, senza esporsi e in modo anonimo e così si è imbattuta nella chat di Telefono Azzurro. Dal racconto che l’amica fa di Martina, emerge che quest’ultima non riesce a parlare con nessuno della propria situazione, dei propri problemi, della propria sofferenza, legata principalmente alla mancanza della mamma e al fatto che da tempo sia vittima di cyberbullismo.
Il padre di una ragazza che ora ha 19 anni si rivolge a Telefono Azzurro perché la figlia, all’età di 14 anni, aveva prodotto e inviato al suo fidanzatino un video che la ritraeva in atteggiamenti intimi, su esplicita richiesta proprio del fidanzatino quindicenne. Questo video che, dapprima era circolato attraverso le chat degli amici, era stato successivamente caricato online. Il papà racconta che all’epoca dei fatti aveva tempestivamente segnalato l’accaduto alle autorità competenti e richiesto supporto psicologico per la figlia che aveva anche tentato il suicidio. A seguito del coinvolgimento della Polizia Postale e dell’autorità giudiziaria si è svolto anche un processo a carico del ragazzo. Nonostante siano passati alcuni anni e siano stati intrapresi i percorsi di aiuto a tutti i livelli (giudiziario, psicologico), quanto successo di recente, sembra aver cancellato di colpo questi anni ributtando la figlia in una situazione di profondo sconforto; si è presentata infatti qualche mese prima ad un colloquio di lavoro e una delle prime cose che le è stata chiesta è se si trattasse di lei, mostrandole il video. Il padre ha chiesto come poter rimuovere definitivamente quel video dalla rete e se sia possibile intraprendere un percorso per cambiare il nome alla figlia.
Per il 46% dei ragazzi
i social hanno effetti negativi
Queste sono alcune delle storie arrivate agli operatori di Telefono Azzurro e che testimoniano il rapporto complicato tra Internet e gli adolescenti. In occasione del Safer Internet Day di quest’anno, la ricorrenza internazionale che punta a sensibilizzare gli utenti a un uso responsabile della rete, Telefono Azzurro e Doxa Kids hanno svolto una ricerca sul rapporto tra i ragazzi e il web che ha coinvolto circa 600 persone. È emerso che il 43% dei giovani fra i 12 e i 18 anni e ben il 53% delle ragazze si sentirebbe ansioso, agitato o perso se fosse privato per una settimana dei social network (Facebook, Twitter, Instagram). Ma il 46% di essi ritiene che i social abbiano effetti negativi quali facilitare il bullismo, diffondere pettegolezzi o contenuti violenti, produrre discriminazione. In ogni caso, l’uso di Internet è molto assiduo: il 60% dei ragazzi fra i 12 e i 18 anni passa più di due ore al giorno su social e chat, mentre il 4% è costantemente connesso. Solo il 35% vi trascorre un’ora o meno al giorno. Fra gli aspetti negativi dei social, il 33% ritiene che distraggano dallo studio e dalla vita reale, il 29% sottolinea la mancanza di contatto personale e il 28% ritiene che causino dipendenza. Il 22% dei ragazzi intervistati sostiene che i social facilitino il bullismo, il 20% teme gli adescatori mentre per il 33% il rischio è l’alterego, ovvero l’illusione di avere molti amici e l’avere una visione poco realistica della realtà. Per il 22% il problema è la privacy: i social possono rovinare la reputazione, c’è il rischio di condivisione delle proprie foto senza consenso. Incontrare online contenuti negativi succede al 66% dei ragazzi. Il 32% vede immagini o video violenti e il 43% si dichiara molto impressionato dalle immagini drammatiche; il 25% incontra contenuti che incoraggiano a giocare o scommettere soldi, il 23% immagini e video sessualmente espliciti. Le esperienze dirette coinvolgono invece il 57% degli intervistati: il 34% riceve messaggi di estranei, e si sale al 44% per le ragazze 15-18 anni; al 14% è capitata la richiesta di condividere informazioni personali, all’11% di essere incontrati dal vivo dopo un contatto online, e si sale al 16% per i maschi 15-18 anni. Al 7% è capitato di ricevere foto provocanti, l’11% nel caso delle ragazze 15-18 anni.
Per il 75% degli adolescenti i social sono anche utili per comunicare e imparare
Ma non è tutto negativo, per fortuna. Per i ragazzi i social aiutano a restare connessi con amici e famiglia, a trovare persone che nuove o che ci assomigliano, fanno sentire meno soli, connettono con abitudini e culture di tutto il mondo. Un effetto positivo rilevato complessivamente dal 75% degli intervistati, che diventa l’81% se consideriamo solo le ragazze fra i 15 e i 18 anni. Il web consente anche di trovare informazioni e di imparare cose nuove (51%), o di svolgere attività sociali (33%) come confrontare opinioni o chiedere aiuto. Molto chiara è anche la richiesta di intervento da parte degli adulti per una maggiore sicurezza dei ragazzi online. Il 47% del campione vorrebbero che i social bloccassero i contenuti pornografici o violenti, il 34% che si potessero cancellare per sempre foto che possono rovinare la reputazione, il 29% chiede filtri che blocchino l’accesso a certi contenuti secondo l’età.
La pornografia online
Quello sulla pornografia online, associata a scene di violenza, è uno dei problemi maggiori per gli adolescenti che navigano in rete. E non è solo un aspetto di sicurezza perché incide profondamente sullo sviluppo psico-fisico dei ragazzi. La sessuologa e insegnante francese Thérèse Hargot, autrice del libro Una gioventù sessualmente liberata (o quasi), lo ha spiegato molto bene. “L’influenza della pornografia sulle relazioni sessuali e affettive degli adolescenti è enorme e noi dobbiamo prenderne coscienza perché l’industria pornografica impone a soggetti ancora immaturi la sua visione della sessualità – ha affermato – questo effetto è tanto più pernicioso in quanto si compie nel segreto della stanza in un contesto che per sua natura non è portato al confronto con gli educatori. In fin dei conti quella pornografica è l’unica visione della sessualità che arriva ai ragazzi e si impone nella loro vita. Oggi la pornografia ha fagocitato l’erotismo nel senso etimologico di ‘manifestazione del desiderio’ anche carnale. In senso etimologico, l’erotismo risveglia la sensualità e il sentimento mentre la pornografia li consuma e basta. Gli adolescenti ritengono spesso di poter padroneggiare tutto questo e che in fin dei conti questa influenza non ci sia affatto, ma è falso e questo si vede chiaramente dal modo come vivono la loro sessualità”. Per Hargot, i ragazzi vivono la propria intimità erotica “in un modo molto codificato, che si risolve in una serie di pratiche da eseguire in un certo ordine. È come uno sport dove ci sono regole da seguire per giocare. La pornografia influenza molto anche le ragazze che prendono spunto per capire cosa piace ai ragazzi e conformarsi ai loro desideri. Un esempio emblematico è la mania della depilazione intima che indica un desiderio di conformazione alle attrici porno. Per questo noi adulti dobbiamo riflettere se siamo contenti che questo sia il modello che sia dato ai nostri ragazzi e chiederci, se non siamo contenti, qual è il modello che vogliamo proporre”.
“Una legge per impedire l’accesso dei minori ai siti porno”
Ovvio quindi che, non potendo abolire Internet, occorre anzitutto mettere un filtro all’accesso ai siti pornografici. Per questo Telefono Azzurro ha lanciato una petizione online per chiedere alle istituzioni una legge volta a verificare l’età delle persone sui siti pornografici, in modo da impedire l’accesso ai minorenni. La petizione è attiva sul sito Change.org. “Chiediamo con forza – ha detto il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo – una legge per verificare l’età degli utenti sui siti pornografici, come sta accadendo nel Regno Unito. Chiediamo alle istituzioni di introdurre un sistema obbligatorio per legge di verifica dell’età online. L’autocertificazione e il parental control non bastano. Connettendo l’autenticazione a carte di credito o altri sistemi tecnologici si possono garantire gli utenti adulti e allo stesso tempo difendere i diritti dei minorenni”. Il modello indicato da Telefono Azzurro è quello della age verification che dovrebbe essere adottata a breve nel Regno Unito. Già il Digital Economy Act del 2017 indica la necessità di introdurre un controllo dell’età, rimandando però al governo modi e tempi d’introduzione. Adesso Londra sembra essere arrivata alla stretta finale, con lo studio di soluzioni che dovrebbero entrare in vigore ad aprile. I siti pornografici sono tenuti a controllare l’età degli utenti. Non è ancora chiaro se sarà la legge a indicare metodi precisi o se lascerà alle singole piattaforme la scelta del sistema da adottare (a patto che lo adottino). Il sito ufficiale ageverificationregulator.com parla di “diverse opzioni”, più o meno tecnologiche e che coinvolgono “società terze” che “non rendono necessaria la condivisione di informazioni personali direttamente con un sito web pornografico”. Si va quindi verso un sistema in cui un intermediario certifica l’identità digitale dell’utente, confermando le informazioni ai siti. Per il presidente di Telefono Azzurro ascoltare i giovani è essenziale per comprenderli e aiutarli. “Questo – ha detto – è l’impegno di Telefono Azzurro da oltre 30 anni e questo vale ancora di più quando si parla di web. Bambini e ragazzi sono i primi ad adottare le nuove tecnologie, in un periodo in cui stanno ancora definendo i loro valori e la loro identità. Aiutare i giovani ad utilizzare le opportunità del digitale in maniera serena e positiva è un compito che gli adulti devono svolgere non solo confrontandosi, a livello di accademia, istituzioni e imprese, ma dando spazio ai ragazzi stessi, perché siano loro ad indicare rischi e valori positivi del loro rapporto con la rete”.