UN POMO VERAMENTE D’ORO

Il gustoso e apprezzato ortaggio annovera innumerevoli pregi: sapore dolce, elevata polposità, scarsa acidità, ottime qualità  organolettiche e tanto licopene. E dire che ha rischiato  l’estinzione Purpurea meraviglia. Così Umberto Saba ha definito il pomodoro dopo un piatto di pasta condito unicamente con il rosso ortaggio cucinato da Gabriele d’Annunzio mentre era suo ospite in terra toscana. Chissà  quale espressione avrebbe potuto coniare il poeta triestino ospite stavolta del pittore Francesco Paolo Michetti nel conventino di Francavilla al Mare, dove frequentemente si radunavano noti intellettuali e artisti del calibro di Francesco Paolo Tosti, Edoardo Scarfoglio, Matilde Serao, e lo stesso D’Annunzio, il quale avesse avuto a disposizione il pomodoro a pera, tipico della zona, per condire la pasta.

Una gustosissima varietà dagli innumerevoli pregi contenuti in una caratteristica forma: sapore dolce, elevata polposità, scarsa acidità, ottime qualità organolettiche, particolarmente ricco di licopene (12,9 mg per 100 grammi) e di vitamina C (11,7 mg per 100 grammi).

Il pomodoro a pera è un ortaggio che ha rischiato l’estinzione, confinato a produzione marginale come altre varietà orticole coltivate fino a una cinquantina di anni fa. Oggi sono in corso azioni per renderlo competitivo con i prodotti che, nel frattempo, hanno conquistato il mercato. La standardizzazione del-le varietà in atto e i prodotti a basso costo della grande distribuzione mettono in ginocchio i piccoli produttori locali e causano la perdita di centinaia di ecotipi abruzzesi con danni importanti per l’economia e la biodiversità. È rappresentata dalla filiera corta, la catena etica composta da produttori, commercianti e consumatori locali, la soluzione in grado di recuperare la tipicità.

Grazie al progetto di recupero e valorizzazione commerciale, promosso dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Abruzzo, dall’Arssa, con la collaborazione dell’istituto sperimentale di Orticoltura di Monsampolo del Tronto e dalle organizzazioni professionali agricole nonché dalle amministrazioni comunali, diversi coltivatori delle colline di Francavilla, Miglianico, Ripa Teatina, Penne, Città Sant’Angelo, Loreto Aprutino, Giulianova e Roseto, da qualche anno hanno messo a coltura il pomodoro a pera. L’inizio del processo risale al 2002 con la ricerca dei diversi ecotipi tra gli agricoltori locali. Le sementi recuperate hanno subito una prima selezione e successivamente sono state sottoposte a un procedimento di miglioramento attraverso ibridazione, senza alcun ricorso a incroci genetici. Come risultato si è avuta l’individuazione di 9 varietà, resistenti ai parassiti, ricche di qualità organolettiche e adatte alle colture biologiche. Il miglioramento genetico è tuttora in corso. Il pomodoro a pera in passato era coltivato principalmente nei comuni di Francavilla al Mare, Miglianico e Ripa Teatina in provincia di Chieti e in quelli di Roseto e Silvi Marina, in provincia di Teramo. Di forma un poco allungata a pera o cuor di bue, di colore rosso intenso con evidenti costolature più o meno pronunciate di colore verdi, raggiunge peso e dimensioni notevoli (anche 600 grammi). Il frutto poco maturo risulta particolarmente vocato per le insalate; quello maturo, invece, è ottimo per la salsa di pomodoro e per le preparazioni gastronomiche. A livello organolettico si nota un giusto equilibrio fra zuccheri e acidità. Carnoso, con scarsa presenza di acqua e semi, insomma una vera leccornia con vista mare.