UN  NATURALE MECCANISMO DI DIFESA

rimedi e consigli per la febbre
By Gino Consorti
Pubblicato il 3 Gennaio 2017

Inevitabilmente con l’arrivo della “brutta stagione” e quindi dell’inverno, acciacchi e malanni, purtroppo, tornano a bussare alla nostra porta… Tra questi, senza dubbio la piressia, meglio conosciuta come febbre, è tra le “visite” meno gradite ma più frequenti nelle famiglie. Tutto sommato, però, al di là del comprensibile fastidio che ci apporta essa svolge anche un compito ben preciso e cioè favorire l’azione del sistema immunitario ostacolando, invece, quella di virus e batteri. È espressione di un’alterazione del centro termoregolatore ipotalamico e solitamente ha come sintomi un malessere generale, brividi, eccetera. Per il nostro organismo è molto importante mantenere una temperatura relativamente costante al proprio interno, poiché in questo modo i vari processi metabolici possono avvenire ad una velocità ottimale. Anche quando si è perfettamente sani, la temperatura corporea non è sempre la stessa nell’arco della giornata, ma varia in funzione dell’ora, dell’assunzione di cibo o bevande, dell’attività fisica svolta e dello stato emotivo. In genere, in assenza di malattie le oscillazioni si mantengono nell’intervallo di 1°C, tipicamente fra 36,5 e 37,5°C. Oltre questo secondo valore, si può dire che c’è febbre, a patto di averla misurata correttamente, ponendo il termometro sotto l’ascella o in bocca. Se la temperatura è stata presa a livello rettale il limite superiore di normalità è un po’ più alto, di circa 0,5°C, ossia pari a 38°C. (fonte Mayo Clinic)

Vediamo, allora, grazie ai consigli degli esperti, come comportarci se il termometro sale…

* Per misurare la temperatura corporea utilizzare solo il termometro elettronico digitale e metterlo sotto l’ascella – la via rettale è causa di sconforto e di incidenti;

* Se il paziente è un bambino molto piccolo, occorre farlo visitare in giornata, perché nei primi anni di vita è frequente la possibilità di contrarre un’infezione batterica grave;

* Se il bambino ha la febbre occorre reintegrare i liquidi con acqua o spremute per evitare che si disidrati. Anche se il bambino non ha sete, magari offrendogli le bevande con il cucchiaino e insistendo se si nota che ha le labbra secche o fa poca urina, segnali che indicano un principio di disidratazione;

* Assumere l’antiperetico (paracetamolo) per via orale, salvo casi rari e aspettare con calma l’effetto: il paracetamolo, infatti, inizia ad avere effetto dopo circa un’ora e mezza;

* Non ricorrere ai cosiddetti “rimedi della nonna”, come spugnature, ghiaccio, o pezzette – non sono solo inutili (la febbre è un innalzamento centrale e non periferico della temperatura corporea), ma risultano anche controproducenti, perché causano brividi e, quindi, aumentano la temperatura e il malessere del malato. Inoltre l’eccesso di freddo (ghiaccio ed acqua gelata) inganna l’apparato regolatore della temperatura corporea (detto centro della febbre, situato nel cervello) producendo un effetto paradosso, la temperatura si abbassa per poi innalzarsi rapidamente e con più vigore;

* Se la temperatura non si abbassa non intestardirsi con l’antibiotico: non sempre la febbre è causata da un’infezione;

* In caso di terapia antibiotica, si consiglia di incrementare l’apporto di potassio a scapito del sodio: gli antibiotici, infatti, favoriscono l’escrezione di potassio e la ritenzione di sodio;

* Non assumere latte e derivati immediatamente dopo  la somministrazione di antibiotici come le tetracicline: i latticini, infatti, possono inattivare il farmaco;

* Mangiare poco ma spesso: così facendo, viene favorita la funzione digestiva. Preferire alimenti ricchi di carboidrati;

* Assumere tanta frutta e verdura, in quanto ricca di antiossidanti(vitamina C ed E);

*Le tisane preparate con estratti fitoterapici mirati costituiscono un rimedio particolarmente efficace per velocizzare i tempi di guarigione dalla febbre (timo, sambuco, gelsomino, tiglio, fori di camomilla; corteccia di salice, spirea olmaria, menta).

* Non riscaldare eccessivamente gli ambienti;

* Se il paziente è di ritorno da un paese ad endemia malarica, appurare subito se la febbre è causata dalla malaria;

* Ricordarsi che non esiste la febbre da eruzione dentaria.

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