UN MOSAICO DI PASSIONE E DEVOZIONE

By Lorenzo Mazzoccante
Pubblicato il 1 Gennaio 2020

Facevo l’assicuratore a Roma. Tornato a Castelnuovo Vomano (TE) ho iniziato a gestire una ludoteca e uno spazio multifunzionale in cui si sono tenuti anche corsi d’arte. È stato così che ho conosciuto il maestro mosaicista Dino Candelori che mi ha introdotto a questa tecnica. Insieme abbiamo realizzato un’opera che il nostro amico Antonio Rocci ci ha letteralmente incorniciato e siamo venuti a offrire a san Gabriele».

Inizia così questo incontro con Guido Alcantarini, Dino Candelori, due amici che condividono, oltre alla devozione per il nostro santo, anche la passione per l’arte e l’artigianato. Guido e Dino sono venuti al santuario per portare a san Gabriele un dono molto particolare: si tratta di un mosaico in legno che hanno realizzato in mesi di lavoro.

Quando si parla di mosaico, generalmente, si pensa a immagini fatte con tessere di pietre o marmo di diversi colori, poggiati orizzontalmente a descrivere un disegno, un po’ come quelli del frate-artista Ugolino da Belluno che adornano più parti del nuovo santuario.

Il mosaico di Dino e Guido, però, usa una tecnica che non avevo mai visto: si tratta di un certosino accostamento in tasselli di legno molto piccoli (circa un millimetro di spessore per dodici millimetri di altezza), disposti verticalmente e ben fitti l’uno a l’altro. Il sapiente accostamento di tasselli di differenti legnami, garantisce la varietà dei colori, da cui affiora l’immagine.

Ma quanto occorre per realizzare un’opera del genere? “Quest’opera, 30×40, ha richiesto 15.840 tessere e circa tre mesi di lavoro”, dice Dino.

Forse è per questo che, nel nostro tempo, questa forma d’arte è così poco conosciuta e praticata. La società del tutto e subito non sa gustare le meraviglie della natura e quelle dell’arte. Si avverte così la necessità di riscoprire il valore della vita lenta, ma anche questa ha un problema: dopo la mancanza di tempo, la necessità di dare consistenza e spessore al tempo che si dilata.

Guido, passato dalla frenesia di Roma alla calma di Castelnuovo, sembra esserci riuscito e ha dato valore al tempo riempiendolo con l’arte del mosaico: “Non sono particolarmente portato per il bricolage artistico, ma questo tipo di lavorazione mi ha appassionato: le ore trascorrevano come minuti”. E ci tiene a sottolineare che oggi Dino è probabilmente l’ultimo custode di questa forma d’arte che pratica dal 1995 e che a sua volta aveva ricevuta dal maestro Pasquale Cozzi.

Un’arte destinata a scomparire quindi? “A dire il vero non siamo gelosi della tecnica e ci piacerebbe poterla trasmettere perché duri nel tempo, anzi, se qualcuno fosse interessato non deve fare altro che contattarmi (cell.: 338-36.78.543; mail: guido.alca@libero.it)”.

Forse, allora, apprendere una antica arte, che è fatta di tempi e di pazienza, può dare giovamento alla vita. Può aiutarci ad abbandonare i ritmi alla fast and furious (popolare saga cinematografica basata sulle corse d’auto a tutta velocità, ndr), per creare una nuova slow life society (società della vita lenta) e, magari, man mano che il disegno affiora, a contemplare Dio

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