UN MONDO DI COLORI

By marco staffolani
Pubblicato il 28 Febbraio 2023

La riflessione di oggi sarà più “spirituale” del solito, ma avremo anche numeri e “frequenze”. Agli antichi poeti il cielo appariva semplicemente come un colore azzurro con tutte le sue sfumature possibili. Uniforme e intenso come nella bella giornata di sole, triste e cupo con tutte le contaminazioni del bianco nei giorni di vento e tempesta. Non cito il candore etereo del bianco nevoso altrimenti ci viene subito la nostalgia del tempo natalizio. E non cito nemmeno il buio della notte interrotto dai puntini di luce delle stelle che gli antichi interpretavano come fori sulla volta celeste da cui traspariva la luce eterna divina.

Non ci soffermiamo mai abbastanza su questo mondo di colori e diamo per scontato che ci sia dovuto. Eppure se ci fermiamo un attimo a guardare di notte e di giorno, verso l’alto, verso il basso, possibilmente fuori da un ambiente urbano, vediamo che i colori della natura ci avvolgono, anzi noi stessi abbiamo i nostri colori.

Anche gli scienziati possono contribuire a questa osservazione di colori aggiungendo specifiche ma semplici informazioni numeriche. Se si chiede loro perché il cielo è blu o perché il sole è giallo, non risponderanno dicendo cosa questi colori muovono nel loro intimo, ma (per deformazione professionale) penseranno al loro ruolo di educatori, e con enfasi racconteranno il viaggio che la luce compie dal sole fino all’atmosfera della Terra.

La luce del sole è formata dalla sovrapposizione di onde elettromagnetiche di diversa lunghezza che vengono emesse a una temperatura superficiale di circa 5700 gradi. I nostri occhi, sensibili solo a una parte dello spettro prodotto, “acchiappano” i colori dal viola fino al rosso passando per il blu, il verde, il giallo e l’arancio, eccetera.

Perché allora in genere vediamo il cielo blu e le nubi bianche? La verità è che se non ci fosse l’atmosfera tutto apparirebbe come agli astronauti, cioè assolutamente nero. Ma l’atmosfera è piena di gas, soprattutto azoto e ossigeno, rispettivamente 78% e 21% del totale, e a seguire abbiamo del vapore acqueo che si condensa sotto forma di nubi.

La luce emessa dal sole interagisce con ciò che trova sul suo percorso, e può essere di conseguenza assorbita o diffusa dagli elementi in gioco negli strati dell’atmosfera. Essi hanno dimensioni differenti: le gocce d’acqua in sospensione sono di gran lunga più grandi della lunghezza d’onda della luce solare e quindi la riflettono in tutte le direzioni, così la luce solare originariamente bianca è diffusa senza essere scomposta dalle nuvole che si stagliano bianche su fondo azzurro!

Invece le molecole di azoto e ossigeno, che hanno dimensioni microscopiche, confrontabili alla lunghezza d’onda dei differenti “colori solari”, agiscono come un filtro in base al colore. La luce con maggiore lunghezza d’onda (rossa, arancione e gialla) riesce a proseguire la sua traiettoria rettilinea di fronte alle molecole, mentre la luce blu che ha una lunghezza d’onda più piccola, viene diffusa e riflessa in tutte le direzioni (come se rimbalzasse su piccoli spechi molecolari). Dopo una serie infinita di rimbalzi tutto è invaso da una luce azzurra che sembra provenire da tutte le direzioni: questa diffusione “oscura” la flebile luce delle altre stelline che vediamo solo di notte, in assenza della radiazione solare.

Che spettacolo “spirituale/esistenziale”: quel paio di molecole da cui dipende fortemente la nostra vita, ossigeno e azoto, quelle che respiriamo ogni minuto per dare sostentamento alle nostre cellule e che rendono stabile la composizione chimica dell’atmosfera, le “vediamo” sempre presenti ai nostri occhi grazie alla luce del sole. Insomma, la vita che “respiriamo”, è la stessa vita che “vediamo”, ed è anche la “vita” che ci scalda il volto. Come non ringraziare?

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