Maggio, il mese dei fiori, è anche il mese dedicato alla Madonna. A maggio tutte le chiese anche quelle più piccole sembrano acquistare nuova vita perché i fedeli vi si raccolgono per pregare e onorare Maria la madre di Gesù e la madre degli uomini. Soprattutto nel mese di maggio i fedeli portano fiori alla Madonna per esprimere a lei il loro affetto di figli. Non sono dimenticate neppure le edicole agli incroci delle strade. Anche lì, cuori delicati depongono fiori.
La Madonna, il mese di maggio, i fiori: un felice trinomio presente nella vita di Gabriele. Il santo vive il mese di maggio con un particolare fervore. Sorprendente anche il suo amore per i fiori e come con essi onori la Madonna. Animo delicato non è sordo al loro linguaggio, né insensibile alla loro bellezza, anzi da essi trae motivo di elevazione spirituale. “Per lui un fiorellino del campo, dice il suo direttore padre Norberto, è uno specchio nel quale vede Dio”. Gabriele ancora adolescente canta nelle poesie la loro gradevole fragranza, e saluta la Madonna come il fiore che ha donato Gesù quale frutto prezioso.
In convento vuole che l’altare della Madonna sia pieno di fiori. In giardino ha un’aiuola nella quale li coltiva con amore. Ne segue il lento processo fino allo sbocciare che accoglie con dolce stupore. Li cura, quasi ne sollecita la crescita circondandoli di affetto. Li coltiva anche al coperto per averli a disposizione durante i rigori invernali. Andando a passeggio raccoglie fiori campestri. Un giorno incontra un ragazzino con un mazzetto di viole mammole; Gabriele gliele chiede: le porterà alla Madonna. Edificante il modo con cui depone i fiori sull’altare. Uno sguardo tenero alla Madonna, l’offerta a Lei del suo cuore, la richiesta della benedizione e poi di nuovo ai soliti impegni, sicuro della protezione di Maria.
Commovente l’episodio accaduto a Pievetorina (Mace-rata). Gabriele passeggia in giardino con il fratello Michele. Guardando l’aiuola nella quale egli coltiva i fiori, Michele resta affascinato dalla bellezza delle margherite. Gabriele ne coglie una e gliela regala. Ma subito ricorda che lui non è padrone neanche di quella margherita. Vedendo lì vicino il direttore, gli chiede perdono mettendosi in ginocchio. Mi-chele dopo circa 70 anni ricorderà ancora emozionato il dono della margherita e l’amarezza del caro fratello. Anche il direttore raccontando l’episodio, piangerà di commozione. Era proprio necessario quel gesto di umiltà? Per Gabriele, sì.
Lui ha cantato i fiori nelle poesie, li ha coltivati in giardino, li ha raccolti durante le passeggiate. Ma lui stesso ormai è un fiore. E tutto ha offerto alla Madonna che di questo mondo è il fiore più bello sbocciato dal cuore di Dio. E Maria accetta il fiore della poesia, quello del giardino e quello del campo. Ma gradisce soprattutto Gabriele, fiore delicato, che Lei stessa si va coltivando con infinita premura materna.
Con piacevole sorpresa notiamo che a maggio, il mese di Maria, Gabriele viene ufficialmente proposto dalla Chiesa come modello. Infatti è dichiarato venerabile il 14 maggio 1905, beato il 31 maggio 1908, santo il 13 maggio 1920. Gabriele: davvero un fiore di maggio nel giardino di Dio.