Il regista Gianfranco Rosi, Leone d’Oro alla Mostra di Venezia dello scorso anno con Sacro GRA, questa volta racconterà l’isola siciliana di Lampedusa “attraverso le storie dei suoi abitanti, al di fuori dell’eccezionalità degli sbarchi dei migranti, la cui eco tragica sarà comunque presente”. La spinta a fare il film su Lampedusa gli è arrivata da una chiavetta usb, che contiene del materiale che forse deciderà anche di utilizzare. “È come se l’isola mi avesse chiamato”, ha dichiarato Rosi. Ma per riuscirci avrà prima bisogno di immergersi in quella realtà che dovrà poi raccontare. E per farlo a settembre il regista si trasferirà a vivere sull’isola per un po’ e non sa quando inizierà a girare né quanto dureranno le riprese. Per ora non sa neanche che film sarà. “È una sfida molto, molto complessa. Spero di essere all’altezza”, ha detto. Una sicurezza, però, Rosi ce l’ha già: “Il titolo non sarà quello inizialmente indicato come provvisorio, Mare nostrum, perché è deviante. Il titolo lo sceglierò quando avrò finito il film, nell’ultima settimana”. Uno dei titoli di lavorazione è Aria rossa, che è un luogo dell’isola dove accadono cose che Rosi (nella foto) ha intenzione di mostrare anche nel film. Un progetto che sicuramente porterà nuove speranze alla gente del posto.
UN DOCUMENTARIO SU LAMPEDUSA
