UN AUDIO PIÙ CHE REALE
Un’affermazione mi ha fatto riflettere guardando un video su Youtube capitato per caso in mezzo alle canzoni della playlist: “Non si ascolta con gli orecchi ma con il cervello”. Questa strana teoria è la realtà che si sperimenta cercando la stringa “Audio 8D” sulla ricerca di Youtube. Ci sono interi canali dedicati al remix di capolavori musicali di tutti i tempi così che questi acquistino una dimensione sonora spaziale nuova. Unico avvertimento: l’uso delle cuffie è obbligatorio.
La prima volta che si preme play si sperimenta qualcosa di molto strano. Si ha l’impressione che il suono provenga da un punto specifico dell’ambiente che ci circonda, anche se effettivamente i nostri occhi non vedono nulla di nuovo. È soltanto la teoria che diventa pratica, non sentiamo solo con gli orecchi ma anche con il cervello, nella misura in cui la particolare modulazione 8D inganna i nostri neuroni cosi che questi localizzino una sorgente sonora dal mix delle frequenze stesse. Ma tale localizzazione non esiste nella realtà, è solo nel nostro cervello!
La novità sta nel fatto che solitamente con le cuffie ci si rende conto che l’audio proviene dai piccoli altoparlanti vicinissimi al nostro timpano. L’effetto audio 8D, con un trucco tecnologico, permette chiudendo gli occhi e dimenticandoci di avere le cuffie, di essere immersi in un suono realissimo che prende anche vita in modo spaziale.
Se nella realtà ci mettiamo ad esempio in una strada trafficata scopriamo che non solo noi sentiamo il suono, ma sappiamo da che parte arriva, distinguendo la posizione anche ad occhi chiusi, cioè senza necessariamente vedere l’oggetto o la persona che emette quel suono. Se la nostra sorgente sonora poi si muove, sempre in modo naturale siamo anche in grado di capire il movimento che questa compie verso di noi, essendo pronti anche ad evitarla se ci dovesse venire incontro ad esempio dalle spalle. È tutto così istintivo nel nostro sistema uditivo che si deve porre attenzione per comprendere quale potenza esso sta dispiegando nel normale disimpegno delle sue funzioni.
Altro esempio utile a scoprire la meraviglia di cui siamo fatti. Quando il nostro meccanico di fiducia avverte qualcosa che non va nell’utilitaria un po’ usata che ci porta tutti i giorni al lavoro, non solo utilizza la sua memoria uditiva per confrontare il suono normale con quello difettoso, ma secondo la sua esperienza lavorativa riesce ad intuire cosa si è rotto già dal tipo di rumore insolito, e la funzione 8D naturale permette di identificare dove cercare, anche se magari gli occhi sono ancora in alto mare.
Ritornando all’audio 8D delle canzoni youtube, l’effetto è così realistico che è utilizzato per riprodurre bisbigli all’orecchio, panning a destra e a sinistra come se il cantante si stesse muovendo a zig zag rispetto a noi, e anche l’effetto di un suono “circolare” che si muove intorno a noi percorrendo come un anello di cui la nostra testa è il centro.
Seppur tutto questo può sembrare molto innovativo, le conoscenze alla base di questo effetto sono già degli anni 1970. Come mai dunque ne parliamo ancora nel 2020? Semplicemente perché oggi abbiamo software e mixer in grado di calcolare velocemente quest’effetto e perché il tempo dedicato all’ascolto della musica è aumentato esponenzialmente durante il tempo del Coronavirus: insomma l’audio 8D è la moda del momento!
A tutti, dunque, buon ascolto.