Cari lettori, siamo all’inizio di un nuovo anno e, sull’esempio di san Gabriele, chiediamo la grazia di camminare nella santità, come siamo stati invitati a fare da papa Francesco nella bellissima lettera, Gaudete et exultate. Ma qual è la condizione perché questo cammino, così impegnativo, si possa compiere in pienezza e con fecondità fino a sperimentare la gioia cristiana? E’ l’ascolto della Parola di Dio! Facciamoci aiutare dagli insegnamenti dei santi!
Ha scritto san Giovanni Paolo II: “È la Parola di Dio il punto di partenza, una Parola che chiama, che invita, che personalmente interpella, come accadde agli Apostoli. Quando una persona è raggiunta dalla Parola, nasce l’obbedienza, cioè l’ascolto che cambia la vita” (Orientali lumen, 10). Ecco l’augurio, cari lettori, che possiamo farci all’inizio del nuovo anno: permettere alla Parola di Dio ascoltata, accolta e vissuta di cambiarci la vita, illuminando di senso cristiano le nostre giornate.
Dalla Parola di Dio accolta e vissuta la comunità cristiana può ricevere grazia su grazia a partire dalla stessa conoscenza di Dio. San Girolamo ha scritto che l’ignoranza delle Scritture significa ignoranza di Cristo. Ma il dono divino va oltre! San Paolo VI, con espressioni davvero ardite, sostiene che mediante la Parola il Signore si incarna in noi: “Come si fa presente Gesù nelle anime? Attraverso il veicolo, la comunicazione della parola passa il pensiero divino, passa il verbo, il Figlio di Dio fatto Uomo. Si potrebbe asserire che il Signore si incarna dentro di noi quando noi accettiamo che la sua parola venga a vivere dentro di noi”.[1] Quanto affermato da san Paolo VI non ci deve meravigliare perché è coerente con la teologia dei Padri. S. Ambrogio scrive: “Si beve il sangue di Cristo dal quale siamo redenti, come si bevono le parole della Scrittura: esse passano nelle nostre vene e, assimilate, entrano nella nostra vita; la Parola di Dio è quella carne e quel sangue di Cristo che entra in noi per il tramite dell’ascolto”.[2]
La Parola di Dio, dunque, opera in noi una vera conversione perché contesta il modo di pensare e di agire mondano e introduce nel nuovo stile di vita, quello inaugurato da Cristo. San Gregorio Magno ha scritto: “Per la forza della Parola divina viene data al superbo l’umiltà e al timido la confidenza, si ripulisce il lussurioso con lo sforzo della castità, si tempera l’avaro trattenendolo dall’ardore dell’ambizione, si raddrizza lo scoraggiato con la rettitudine dello zelo, si raffrena l’iracondo dall’eccitazione della sua precipitazione”.[3]
Infine, vorrei ancora ricordare, in questo tempo così segnato da paure di ogni genere, l’esortazione di san Giovanni Crisostomo a vivere la Parola per trovare la pace del cuore e la sicurezza nel tempo della prova: “Il mare infuria e tu navighi tranquillo; hai come pilota la lettura delle Scritture e non verrà a spezzare il timone la tentazione degli affari”. [4]
Cari amici, in quest’anno che iniziamo accogliamo l’invito di papa Francesco a portare sempre con noi un piccolo vangelo, leggerne qualche ogni giorno qualche frase per acquistare il pensiero di Cristo e sperimentare quella gioia cristiana che il Signore dona a chi scopre la Parola di Dio come fonte di sapienza e rivelazione della verità e della bellezza dell’uomo.
[1] Paolo VI, Omelia alla Messa nella Parrocchia di S. Eusebio a Roma,26-2-67