TURNI SUL LAVORO IL CERVELLO INVECCHIA PIÙ IN FRETTA

Chi per più di dieci anni ha lavorato di notte ha una capacità mentale paragonabile a quella di un individuo più vecchio di sei anni e mezzo. Il cervello di una persona impegnata in turni notturni o comunque in orari anomali, quindi, sottoposta a un’alterazione del naturale ritmo sonno-veglia, invecchia più velocemente. Lo rivela una recente ricerca franco-gallese che sottolinea però come con l’arresto dell’attività notturna si può assistere a un miglioramento della salute cerebrale: il cervello riprende progressivamente ad allinearsi all’età biologica, benché questo richieda cinque anni di tempo. Nell’impossibilità di eliminare la turnazione lavorativa l’unica risposta possibile resta una maggiore sensibilizzazione dei lavoratori che dovrebbero sottoporsi a frequenti controlli medici e prestare maggiore attenzione a eventuali sintomi patologici.