In ogni provincia, attorno alla metà di novembre, nei centri particolarmente rinomati per le eccellenze della campagna è possibile ricevere in omaggio e acquistare ortaggi e confetture, nonché assaporare i piatti della tradizione, accompagnati da vino e dolci. Occasione colta dai cittadini per ringraziare, a loro volta, i lavoratori della terra per il cibo che fanno arrivare sulle tavole
È cosa buona e giusta ringraziare il buon Dio per il raccolto dell’anno agricolo. A tal ragione i contadini, organizzano in novembre la “Festa del ringraziamento”, segno di gratitudine verso il Signore per i frutti della terra.
Una ricorrenza che risale al 1951 ideata dall’allora presidente della Coldiretti Paolo Bonomi. In seguito inserita dalla Cei nel Calendario liturgico. Momento di preghiera e benedizioni, di bilancio e riflessioni sull’andamento del comparto, ma anche occasione da non perdere per degustare prodotti a km zero del territorio.
In ogni provincia d’Abruzzo, attorno alla metà di novembre, nei centri particolarmente rinomati per le eccellenze della campagna è possibile riceve in omaggio e/o acquistare ortaggi e confetture, nonché assaporare i piatti della tradizione, accompagnati da vino e dolci. Occasione colta dai cittadini per ringraziare, a loro volta, i lavoratori della terra per il cibo che fanno arrivare sulle tavole. Verso la fine del mese si avverte nell’aria una gioiosa trepidazione per l’avvicinarsi del Natale.
Il 25 novembre, giorno in cui si fa memoria di santa Caterina d’Alessandria, inizia il conto alla rovescia per la festa più amata dell’anno. Gli zampognari abruzzesi in questa data erano appena arrivati presso la Capitale per allietare con i canti natalizi, ovvero per “sonà le serenate alle Madonne de Roma” così li ha immortalati Gioacchino Belli nei suoi sonetti: “E a mme pare che nun zia novena / Si nun sento de sonà i pifferai”. […] “Quann’è er giorno de santa Catarina/ Che li risento, io ciarinasco ar monno” (La Novena De Natale del 1844).
La santa, che nell’iconografia si presenta con palma, spada e ruota, è patrona, assieme a san Flaviano, di Barisciano (AQ), in suo onore si organizza una fiera tra le più antiche d’Italia e quindi con alta valenza storico-culturale. Un tempo, in questa occasione, si svolgeva la cosiddetta “Borsa dello Zafferano” dove i maggiori produttori del crocus sativus, nella piazza del paese, davano vita all’asta che avrebbe fissato il prezzo dell’“oro rosso”. I soldi della vendita consentivano l’acquisto di beni vari, alimentari per lo più, da mettere in dispensa per le necessità invernali ma anche parti di corredo per le future spose. Da molti anni questo appuntamento ha perso l’importanza di un tempo ma riscuote egualmente successo.
L’aria fredda del periodo viene mitigata dal profumo avvolgente di caldarroste, porchetta arrosto e vino novello. Bancarelle per le strade e laboratori di antichi mestieri attraggono, stupiscono e tengono viva la memoria del come eravamo, ma senza eccessiva nostalgia in quanto si ha contezza che tra passato, presente e futuro non c’è soluzione di continuità grazie ai prodotti tipici che fanno da legante, su tutti proprio lo zafferano quello dell’Altopiano di Navelli, un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale per le insuperabili qualità organolettiche. Tocco magico di colore, profumo e sapore di molte pietanze.
A Barisciano si svolge in agosto la rinomata “Sagra della Patata” in segno di riconoscenza al tubero che ha permesso la sopravvivenza in periodi di magra, ma anche di valorizzazione dello stesso che qui ha trovato l’habitat ideale per divenire particolarmente gustoso e privo di residui di pesticidi perché l’ambiente montano protegge dalla coccinella bianca. L’offerta prevede numerosi piatti con la bontà locale che accompagna divinamente sia il baccalà che la carne in umido, ma anche diversi i tipo di pasta come sagne e taccozzelle. In zona viene coltivata anche la ricercatissima patata turchesa.
A Pacentro, sempre in provincia dell’Aquila, nel giorno di santa Caterina d’Alessandria è il momento delle “Allegrezze”, dolci rintocchi delle campane che ricordano la musica di un carillon, cui segue il “Tu scendi dalle stelle” diffuso da altoparlanti… una magica sinergia che intenerisce il cuore. Nelle case si dà inizio alla Novena di Natale: “A santa Caterina, Natale alla trentina” con scorpacciate di dolci fritti di patate e ravioli con purea di ceci (caggionetti giganti).
La terra d’Abruzzo, dove la riconoscenza è un valore, si prepara alla “Festa della Luce” tra suoni, canti e leccornie.