Tornano a sbocciare nelle Marche i fiori d’arancio dopo un quinquennio in cui i matrimoni avevano ammainato bandiera. C’è chi attribuisce la “frenata” alla crisi economica, che mal si addice con il mettere su famiglia, e chi rimanda alla moda di quel momento, che invitava alla convivenza. La tendenza a sposarsi sempre meno pare ora superata da riprendere la strada del tempo che fu quando, al fidanzamento, seguiva l’unione istituzionale della coppia con il rito religioso o con quello civile. Il segnale di ripresa viene dall’Istat che, nell’esaminare l’andamento degli sposalizi, fa notare che, nel biennio 2015-2016, l’incremento dei “si” è stato pari al 4,6%. Si è, comunque, ancora al di sotto dei 6.599 matrimoni (4,5 per mille abitanti) celebrati nel 2000 essendosi sposate, nel 2016, 4.459 coppie (2,9 ogni mille abitanti). L’incremento ha riguardato tutte le province della regione. Il risultato più consistente si è registrato in provincia di Macerata con 989 unioni (+12,5%), seguita da Ascoli Piceno con +4,9% (700), Ancona con +2,1% (1.264), Pesaro e Urbino con +1,8% (978) e Fermo con +1,7% (528). Prevalenti sono risultati i matrimoni religiosi su quelli con il rito civile: il 55 contro il 45%.
La scelta di pronunciare il “si” in chiesa è stata predominante in provincia di Ascoli Piceno (63%), mentre nel territorio di Pesaro e Urbino la decisione di sposarsi solo in comune ha prevalso nel 53% delle unioni. A pronunciare il fatidico si per la prima volta sono stati 402 celibi su mille uomini e 444 nubili su mille donne. Nel frattempo si è alzata la media dei “protagonisti” che è stata di 35,5 anni per i maschi e di 32,3 per le donne rispetto alla statistica redatta nel 2000 quando la media era rispettivamente di 31,7 e di 28,7 anni. Rispetto al passato la novità è rappresentata da quel 15,3% di unioni che ha nella coppia un cittadino straniero (680) con un aumento del 5% rispetto al 2015. In questa particolare classifica troviamo al primo posto la provincia di Pesaro e Urbino con il 14%, mentre Ancona ed Ascoli Piceno hanno la percentuale più bassa (11%).
In questi ultimi anni anche la scelta della “location” dove celebrare il giorno più bello della vita ha subito una profonda trasformazione nei gusti degli sposi. La preferenza è per un luogo d’atmosfera come castelli medievali, ville d’epoca, antichi centri o locali collocati in luoghi dotati di una suggestiva varietà di paesaggi, che vanno dai paesini di montagna, dove il tempo sembra essersi fermato, alle splendide spiagge che inducono al sentimentalismo. Piace sempre più anche il “matrimonio green” in quanto gli agriturismi consentono la personalizzazione della festa per renderla indimenticabile. Nelle Marche gli ingredienti per subire il fascino dei secoli passati non mancano avendo fatto qui tappa la storia e l’arte da offrire magiche suggestioni. Pure l’austero palazzo ducale di Urbino, sede della galleria nazionale delle Marche, si è adeguato ai tempi aprendo il suo portone a chi intende sposarsi in ambiente rinascimentale. È un modo, per lo stato, di introitare altri fondi per le sue casse asfittiche. Tra i primi a utilizzare la location urbinate è stato, nel giugno 2016, il regista del cartone animato Kung Fu Panda 3, Alessandro Carloni, unito in matrimonio dal sindaco con l’havaiana Nicolette Davemport, art director. Lo sfondo dei Sibillini, a Pievebovigliana, è invece prevalso, qualche anno prima, nella scelta dell’attore Stephen Dougray Scott, protagonista della serie tv Disperate Housewies, unitosi alla collega italo-britannica Claire Forlani.