SUFFRAGI PER I DEFUNTI
Nel periodo natalizio sono venuta con mio nonno al santuario perché tutta la mia famiglia è devota a san Gabriele e il nonno ha fatto celebrare delle messe per i morti della famiglia. Le chiedo, padre, che beneficio ricevono i defunti dai nostri suffragi? La ringrazio di cuore. Donatella (Foligno)
Per meglio comprendere il problema dei suffragi è bene cercare di formularne una definizione. Per suffragio ordinariamente si intende l’intercessione dei fedeli in favore di coloro che, dopo la morte, hanno ancora bisogno di purificazione, cioè sono nel purgatorio.
I suffragi possono consistere in preghiere, elemosine, opere buone in genere e soprattutto la celebrazione della messa.
Secondo il II libro dei Maccabei, dell’antico Testamento, 12, 40-46, fra gli ebrei esisteva l’usanza di offrire preghiere e sacrifici in espiazione dei peccati dei defunti. Questo uso è stato accolto e mantenuto dalla Chiesa.
La tradizione della Chiesa, infatti, è ricca di testimonianze in questa direzione. Tertulliano (160-220), scrittore nordafricano, fa riferimento alla preghiera per i defunti e alla messa offerta nell’anniversario della loro morte.
San Giovanni Crisostomo (morto nel 407), vescovo e dottore della chiesa, insegna che anche l’elemosina può aiutare i fedeli defunti. Sant’Agostino (354-430), grande dottore della chiesa, ribadisce il valore della messa quale prezzo sicuro del nostro riscatto.
Il fondamento spirituale dei suffragi risiede nella misericordia di Dio, negli infiniti meriti di Cristo e nella soddisfazione solidale dei cristiani. La Chiesa ha sempre insegnato il valore dei suffragi nello spiegare l’esistenza dello stato purgativo.
Oggi il senso del suffragio e del valore del sacrificio di Cristo, cioè la messa, per il conforto dei defunti, sono visti come l’espressione della solidarietà che sussiste tra tutti i membri della Chiesa, corpo mistico di Cristo.