SPRECO ALIMENTARE

Oggi parleremo di una questione che non solo pone seri problemi di ordine economico, ma anche un grande impatto etico. Una questione grande come una casa in un mondo ancora caratterizzato da tante, troppe persone che soffrono la fame. L’argomento tratta gli scarti alimentari in ambito strettamente familiare. In questa direzione, pur essendo diventati più accorti negli ultimi anni, ancora il 25-30% dei nostri acquisti alimentari finisce tra gli scarti incrementando l’accumulo di rifiuti con maggiori costi di smaltimento per la collettività in generale. Secondi i dati pubblicati dalla Fao nell’immondizia finisce circa un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano. E noi italiani non siamo certamente senza colpe: lo spreco tricolore annuale ammonta a 6,5 milioni di tonnellate, pari a 108 chilogrammi pro-capite. Certo, meno della media europea, che si attesta a 180 chilogrammi, ma questo non può esimerci dal prendere provvedimenti. Ecco, allora, alcuni pratici accorgimenti che faranno risparmiare le famiglie anche sulla spesa di casa. Cosa che  non fa sicuramente male. Innanzitutto iniziamo su come effettuare la spesa per i nostri fabbisogni, avendo consapevolezza che dovremmo acquistare ciò di cui abbiamo veramente necessità nell’immediato e non indotto da promozioni varie e soprattutto non facendo acquisti come se ci dovessimo preoccupare di riempire un bunker nucleare con scorte incredibili, ponendo inoltre molta attenzione alle date di scadenza. Assicuratevi, perciò, di aver portato a termine un’accurata ricognizione di ciò che è già custodito nel vostro frigorifero e segnate per bene che cosa manca all’appello su un foglietto di appunti. E a proposito di date di scadenza controllate sempre l’etichetta distinguendo tra “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro il…”. Nel primo caso il prodotto va consumato obbligatoriamente entro la data indicata, mentre il secondo riguarda il termine entro cui il prodotto mantiene le proprietà organolettiche e gustative, o nutrizionali specifiche in adeguate condizioni di conservazione. Utilizzate sempre il vostro frigorifero proprio come fanno nei supermercati, cercate di disporre gli alimenti sui ripiani secondo la propria data di scadenza, lasciando davanti quelli che devono essere consumati prima. Questo piccolo stratagemma vi aiuterà a non ritrovare sul fondo del frigorifero un formaggio francese acquistato magari un anno prima… Iniziate poi, prima di portare a rifiuto ad imparare le vecchie strategie nonché le tradizioni dei nostri nonni (soprattutto nonne) che hanno inventato ricette incredibili al fine di riutilizzare gli avanzi alimentari al meglio Sulle nostre tavole devono tornare i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, macedonie. Ricette che non sono solo un’ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma anche per non far sparire tradizioni culinarie del passato che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica dei nostri territori, ad esempio la ribollita toscana o al sud la frittata di pasta. I piatti antispreco sono tanti, basta solo un po’ di creatività e fantasia preparando delle ottime polpette recuperando della carne macinata avanzata e aggiungendo uova, pane e formaggio. Oppure le pizze rustiche per consumare le verdure avanzate: avvolgiamole in una sfoglia e inforniamo. Se avanza del pane, (guai buttarlo!), vi è la classica panzanella aggiungendo semplici ingredienti, sempre presenti in ogni casa, come pomodoro e olio, per arrivare poi alla più tradizionale ribollita che utilizza ortaggi come fagioli, cavoli, carote, zucchine, pomodori e bietole già cotte da unire al pane raffermo. E anche la frutta può essere facilmente recuperata se cotta per diventare marmellata o più semplicemente utilizzata come macedonia. Infine non vergognatevi se vi capita di andare al ristorante, di asportare ciò che avete eventualmente lasciato nel vassoio. Perché, lo ribadiamo, questa azione di contrasto allo spreco non è solo di valenza economica per voi e per la collettività ma è una seria e concreta risposta a una etica che deve sempre di più informare e condizionare i nostri comportamenti, a volte e spesso affrontati in maniera un po’ troppo disinvolta.