sognAre si può…
Una favola. A lieto fine ma soprattutto vera, di quelle che non hanno nulla a che fare con la fantasia e che non svaniscono non appena apri gli occhi… A scriverla e a interpretarla è stato il Teramo, in tutte le sue componenti, che dopo una splendida cavalcata ha centrato la storica promozione nella serie B di calcio. 1913, anno di fondazione (lo stesso della nostra rivista, significherà qualcosa? Certamente è un anno che porta bene….), 2015, anno dell’apoteosi. E dire che dopo il fallimento della società nel 2008 la squadra, che nel frattempo aveva cambiato la denominazione in Real Teramo per poi nello spazio di una stagione ritornare all’origine, si ritrovò retrocessa “d’ufficio” in Promozione. Proprio sui polverosi campi di gioco dei dilettanti, però, i teramani costruirono le fondamenta di una fantastica scalata che oggi li ha portati a issare la bandiera biancorossa sulla seconda vetta più alta del campionato professionistico italiano di calcio. Lassù, all’ombra della serie A…
Ovviamente quando si raggiunge un simile traguardo alla base c’è sempre un lavoro d’équipe, non può essere, infatti, figlio di un uomo solo al comando… Tutto deve girare nel verso giusto, fortuna compresa. Ogni componente deve tirare fuori il massimo e soprattutto la passione deve fungere da collante fatato. E in questa direzione il presidente Luciano Campitelli, stimato imprenditore nel campo dolciario, può veramente vestire i panni del maestro. Ambizioso, caparbio, passionale, lavoratore, capace e, perché no, anche fumantino al punto giusto… Ma soprattutto intelligente nella gestione e nella scelta degli interpreti. Ci riferiamo in primis al tecnico Vincenzo Vivarini, un omone dall’aspetto serioso e anticonformista, il cui credo calcistico poggia su idee chiare e vincenti. E tanto lavoro…
C’è poi stata l’investitura del direttore sportivo Marcello Di Giuseppe, bravo negli anni a navigare con ogni tipo di mare e a farsi notare il meno possibile. Il prezioso lavoro di scouting lo ha portato in tantissimi campi del Belpaese in modo da assecondare al meglio le esigenze tecniche e di bilancio.
In campo, però, poi vanno i giocatori ed ecco allora che non possiamo dimenticarci delle prestazioni dell’intera rosa, a partire dai terribili gemelli del gol Gianluca Lapadula e Alfredo Donnarumma, 44 reti in due, entrambi in doppia cifra. Un vero e proprio lusso nella Lega Pro. Dalla centrifuga di tutti questi ingredienti, dunque, alla fine è venuto fuori un prodotto di qualità che ha inebriato, nel senso buono, tutti i tifosi biancorossi. Tant’è che la grande passione già inizia a immaginare uno scenario ancora più ambizioso racchiuso in una vocale, la prima dell’alfabeto… Ma fermiamoci qui. È il momento, infatti, di ascoltare il numero uno biancorosso. “Ci aspetta una stagione complessa in una dimensione a noi sconosciuta. Un campionato lungo e pieno di insidie – osserva Luciano Campitelli con un filo di voce al termine di una giornata zeppa di impegni – ma nello stesso tempo ricco di stimoli. Una sfida dura che però ci gratifica enormemente. L’obiettivo è raggiungere il prima possibile la quota salvezza. Solo a quel punto indirizzeremo lo sguardo verso altri eventuali traguardi…”. Ma qual è stato il segreto di un simile exploit? “Crederci sin dall’inizio. La squadra, composta di giovani bravi e affamati, è cresciuta partita dopo partita e alla fine abbiamo vinto il campionato meritatamente. A differenza del Pescara e del Lanciano, noi abbiamo raggiunto la serie B passando dalla porta principale, senza far ricorso ai play-off. Questo, ovviamente, ci rende ancor più felici e orgogliosi”. Fischieranno le orecchie alle due compagini abruzzesi? Niente affatto, anche perché Campitelli regala parole al miele agli “avversari”. “Stimo molto entrambe le società, ci mancherebbe. Con il Pescara e il presidente Sebastiani, poi, i rapporti sono splendidi. Gli auguro di centrare i play-off per la serie A”. Ovviamente, la serie B costringerà il patron teramano a un supplemento di impegno. Ed è questa la sua promessa ai tifosi. “Raddoppierò gli sforzi in ogni direzione. In pratica mi dedicherò quasi a tempo pieno al Teramo. Anche perché l’azienda, grazie ai miei figli, al mio socio nonché cugino Ercole Cimini e agli altri responsabili, è in ottime mani. Ora dovrò dotare la società di una struttura all’altezza della categoria. Senza basi solide, infatti, non si va da nessuna parte. Aspetto tecnico ed economico dovranno camminare di pari passo, altrimenti saranno guai. E a me i guai non sono mai piaciuti…”. Musica per le orecchie di chi ha nel cuore il bene della squadra. Parole chiare e inequivocabili che non hanno bisogno di alcun traduttore o interprete. Un’autentica garanzia per i tifosi e la città.
Dopo la promozione tanti commentatori hanno paragonato la storia del Teramo a quella del Carpi, dell’Empoli e di altre piccole realtà finite agli onori della cronaca sportiva e non. Può starci, anche se a mio avviso ogni storia ha la sua storia. E quella del Teramo è proprio magica.