SOGNARE IN BIANCO E NERO

asterischi
By Pierino DiEugenio
Pubblicato il 30 Maggio 2016

Ho tuttora parecchi amici che, bontà loro, si ostinano a ritenermi giovane e sportivo. Abitualmente rispondo, celiando ma non troppo, che ancora non appendo gli scarpini al chiodo però mi sono finiti gli avversari. Per la verità, ho sempre amato lo sport, in particolare il calcio dove ho fatto la mia onesta figura. Però c’è da dire che la mia attenzione non era rivolta alla teoria ma essenzialmente alla pratica. Insomma, piuttosto che parlare di calcio ho sempre preferito scendere in campo e giocare al calcio. Quando poi i ragazzi mi chiedevano per chi facevo il tifo rispondevo che giocavo e quindi tifavo al più per me stesso, precisando tuttavia che a mio giudizio il tifo è una malattia.

Me ne vado convincendo ancor più adesso che mio malgrado mi capita di assistere ad arroventate dispute. Una settimana fa me ne stavo in un angolo per i fatti miei mentre nei pressi un gruppetto di esagitati ultras commentava la giornata calcistica. Ad impressionarmi maggiormente uno scalmanato picchiatello tatuato fino all’anima, che a fatica distingue lo stadio Olimpico dal colosseo: arroccato contro ogni evidenza nella strenua difesa anche dell’indifendibile, illustrava il 4-3-3 della sua squadra con un accanimento degno di miglior causa.

Un collega giornalista ha scritto che il tifo contagia spesso anche la politica. Chiediamoci ad esempio quale argomento ha recentemente catalizzato la maggiore attenzione. L’emergenza migranti? No. La guerra in Libia? Nemmeno. Le unioni civili? Neanche. La situazione economica? Meno che meno. In realtà i leaders nostrani, mentre prestavano volto e voce ai temi del momento discettando di Schengen o di abbassamento delle tasse, tra di loro discutevano spesso e volentieri dei casi che hanno agitato il mondo del calcio: la lite tra Luciano Spalletti e Francesco Totti e successivamente l’impresa di Claudio Ranieri in terra britannica con lo scudetto vinto dal Leicester. Potenza del tifo, alcuni hanno perfino imparato a pronunciare correttamente il nome della città.

Vabbe’ meglio ascoltare Rocco Hunt che da Sanremo ha rivolto ai ragazzi l’invito a rimboccarsi le maniche per costruire un futuro migliore, anche a suon di rap: “Non bisogna mai smettere di sognare, con impegno e dedizione sono sicuro che arriveranno giorni migliori per te che stai soffrendo e non vedi il mondo a colori”.

Ma adesso a interessare il gossip è Angelina Jolie, per la sua forma scheletrica che ha fatto il giro del mondo. Alla faccia di Giorgia Palmas, ex velina e già seconda a Miss Mondo, quest’anno madrina del Giro d’Italia. Alla domanda sul ciclista preferito, la sciacquetta non ha battuto ciglio: “Il mio fidanzato Vittorio Brumotti che va fortissimo anche su strada, avesse tempo e allenamento arriverebbe tra i primi venti. E anch’io me la cavo, ho solo qualche difficoltà negli attacchi, un mese fa mi sono sfracellata al suolo”.

Poverina, viva la modestia. E si continui a sognare imprese fantastiche, mentre c’è gente talmente povera che i rari sogni che riesce a fare sono tutti in bianco e nero.

pierinodieugenio@yahoo.it

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