Silenzio e solitudine per la vita interiore
«Ascoltare e accorgersi. Sono questi i due verbi della vita interiore». Con queste parole don Luigi Maria Epicoco, sacerdote e teologo della Arcidiocesi di l’Aquila, si è rivolto ai giovani della 39a tendopoli nel corso della relazione intitolata: “Fate quello che vi dirà, la forza di quello che avvenga per me”.
Secondo il sacerdote aquilano, “Maria, capace di ascoltare l’annuncio dell’angelo e di accorgersi della mancanza del vino”, costituisce un esempio da imitare ed un invito ad allenarsi nella pratica di questi due verbi.
A tale fine, don Epicoco ha incoraggiato i giovani a riscoprire il valore del silenzio, della solitudine, della fedeltà e della sincerità e ha illustrato la solitudine come «Capacità di staccarsi da tutto ciò che ci trattiene» e il silenzio come condizione per apprendere la propria interiorità.
È necessario, ha detto, «Prendersi un tempo di silenzio e un tempo di solitudine ogni giorno, nonostante il mondo di oggi ci travolga con rumore e parole continue – e ha aggiunto – Tutto questo è impopolare, ma necessario per incontrare Cristo».
La provocazione del teologo aquilano si è incastonata alla perfezione col tempo di deserto previsto per il pomeriggio di oggi, quando le centinaia di giovani presenti in santuario hanno deposto i loro smartphones ai piedi dell’altare per fare spazio a Dio e si sono concessi un tempo prolungato da dedicare alla adorazione e riconciliazione sacramentale.