SIAMO VERI FIGLI DI DIO PER ADOZIONE?

By Carlo Baldini
Pubblicato il 30 Dicembre 2012
Qualche giorno fa leggevo un articolo sulla nostra religione e ho trovato quest’affermazione che non ho ben capito: “Siamo veri figli, anche se adottivi, dello stesso Padre”. Se siamo “veri figli”, “partecipi della divina natura”, a che serve l’adozione? Mi pare che la parola “adozione” ricorra spesso nella sacra Scrittura. Mi spieghi meglio che significato ha per noi cristiani. La ringrazio di cuore. Filippo (Chieti)

L’espressione “incriminata” ha un solo significato: distinguere tra il Figlio di Dio (seconda persona della Trinità) e tutti coloro che, attraverso il battesimo, vengono da Dio considerati veri figli per adozione. Nel Credo, infatti, diciamo: Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito figlio di Dio, nato dal Padre, prima di tutti i secoli. L’espressione figli di Dio ricorre già nell’antico testamento. Oltre che a tutte le creature razionali, cioè l’umanità in ogni suo componente, è applicata in modo particolare al popolo d’Israele. Nel nuovo testamento viene usata anzitutto a riguardo di Gesù Cristo: assume poi un significato specifico nel Padre nostro, dove appunto preghiamo come figli nei suoi confronti. Ma è soprattutto san Paolo a introdurre l’espressione “figli adottivi” e a chiarire la distinzione tra Figlio di Dio e i figli di Dio in forza del battesimo. Il catechismo della chiesa cattolica insegna: “La nostra giustificazione viene dalla grazia di Dio. La grazia è il favore, il soccorso gratuito che Dio ci dà perché rispondiamo al suo invito: diventare figli di Dio, figli adottivi, partecipi della natura divina, della vita eterna. La grazia, dunque, è una partecipazione alla vita di Dio; ci introduce nell’intimità della vita trinitaria. Mediante il battesimo il cristiano partecipa alla grazia di Cristo, capo del suo corpo, che è la chiesa. Come figlio adottivo egli può chiamare Dio ‘padre’, in unione con il Figlio unigenito. Il battezzato riceve la vita dello Spirito Santo che infonde in lui la carità forma la chiesa” (nn.1996-1997). Non è teoria teologica o esegetica, ma rivelazione della parola di Dio da vivere quotidianamente.

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