SE SORRIDO DIVENTO FELICE…
Oggi siamo immersi in un’atmosfera d’indifferenza e, pur vivendo gomito a gomito, una barriera invisibile ci separa dagli altri. Ci troviamo faccia a faccia, eppure non ci incontriamo. Tuttavia, esistono piccoli accorgimenti per abbattere questa barriera. Ne indico solo tre molto semplici.
Il primo è quello di chiamare, se è possibile, le persone per nome. Esso, infatti, possiede un potere magico. Tanto che gli uomini sarebbero disposti a tutto per vederlo comparire sopra un giornale.
Il secondo è quello di far sentire gli altri importanti, dal momento che il nostro più grande desiderio è quello di sentirci apprezzati. Per questo, quando incontri qualcuno, chiedi a te stesso: “Che qualità ha questa persona che potrei lodare?”. E se individui in lui un aspetto positivo, mettilo sinceramente in risalto. Infatti, annota un esperto di dinamiche relazionali: “Tutta la gente che incontriamo si sente superiore a noi in qualcosa, e un modo sicuro per giungere al suo cuore è quello di fargli credere che riconosciamo questa pretesa superiorità” (Dale Carnegie).
“È l’individuo che non si interessa agli altri quello che ha maggiori difficoltà nella vita – nota Alfred Adler, lo psicanalista viennese allievo di Freud – e che procura più danno al prossimo. E sono questi gl’individui che falliscono nei loro intenti”. Allora, se vuoi avere successo nelle relazioni, devi interessarti agli altri. Ci si fa più amici in poco minuti mostrando interesse a chi ci sta vicino che non in molti anni nella ricerca di indurre il prossimo a interessarsi di noi.
Il terzo segreto, infine, è il più facile da applicare. Consiste nel sorridere sempre. Proprio così. Se vuoi che gli altri siano contenti di stare con te, occorre che anche tu dimostri la gratificazione di stare in loro compagnia. Il sorriso dice più di mille parole: “Mi piaci, sono contento di vederti!”. Allenati, sorridendo ogni volta che entri nella vita sociale. Accogli col sorriso amici, clienti, collaboratori, alunni, insegnanti… Se poi svolgi un compito o un’attività pubblica, non puoi permetterti di coinvolgere gli altri nei tuoi stati d’animo negativi. Agli altri devi offrire la parte migliore. Ciò che è pubblico va distinto diligentemente dal privato. “Un uomo che non sa sorridere non dovrebbe mai aprire un negozio”, sentenzia un proverbio cinese.
Da notare che tale esercizio giova innanzitutto a chi sorride, perché aiuta a ristabilire l’armonia interiore. Il sorriso, infatti, determina automaticamente uno stato di benessere, in te e negli altri, con un riscontro anche biologico. è così. Con la contrazione dei nervi facciali, dovuta al sorriso, si attiva nel cervello la secrezione di endorfine, sostanze che stimolano un senso di soddisfazione.
Ricorda che, in una certa misura, l’essere felici dipende da noi. Infatti, fra mente e comportamento, spiega lo psicologo James, esiste un reciproco condizionamento. Il sentimento crea l’atteggiamento esteriore e viceversa. Se sono felice, sorrido. Ma è vero anche il contrario: se sorrido, finisco per essere felice. “L’azione sembra seguire lo stato d’animo, – sostiene sempre James – ma in realtà azione e stato d’animo sono contemporanei”. Ne deriva che molta gente è felice perché vuole esserlo.
E allora, iniziamo con l’allenarci effettuando sorrisi dal profondo del cuore. Tiriamo fuori la parte armonica di noi per poterla esibire nella vita sociale. E ripetiamo ogni tanto, a noi stessi, le parole di William James: “Se sono felice sorrido, ma se sorrido finisco per essere felice”. Luciano Verdone