SE IL POETA NON CAPISCE LA SUA POESIA

Tra le tante definizioni del mondo d’oggi, forse quella che meglio lo caratterizza è società liquida, come ricorda il nostro editorialista a pagina tre. Un mondo in cui tutto traballa, tutto è incerto e si scioglie, tutto è opinabile. Il problema tuttavia non è solo di oggi. Si racconta che un giorno la nipotina di Giovanni Pascoli torna da scuola piangendo perché ha beccato un quattro sulla parafrasi di una poesia composta dallo stesso zio. Secondo la maestra, il significato dei versi era di tutt’altro genere. Il poeta dunque non avrebbe capito la sua poesia. Alla faccia, povero Pascoli.

Giorni fa una mia nipote mi chiede di dare un’occhiata all’italiano della sua tesi. Quando mi complimento con lei perché ho notato che non commette errori di grammatica, mi manda subito un whatsApp dicendo che si incornicia il mio giudizio perché il suo supervisore le aveva invece consigliato di rivedere proprio forma e italiano. Vabbe’, si dà perfino il caso che i voti dati a un tema di scuola media da una giuria di canuti docenti oscillino da nove a quattro.

Che fare, vogliamo buttarla in rissa? Assolutamente no. A questo provvedono i talk show televisivi dove di solito vediamo gente che urla ad altra gente che urla più forte. Quello che mi fa ridere, per non piangere, è sentire frasi tipo “io l’ho fatta parlare, adesso faccia parlare me” oppure, peggio ancora, quando i politici dicono “mi faccia concludere il mio pensiero” dimenticando che un pensiero raramente ce l’hanno.

Ma è inutile lamentarsi. Lo ha detto an-che Cristina Chiabotto, madrina del Giro d’Italia. Dopo d’essere stata un tormentone per milioni di italiani che invitava a fare tanta plin plin, ora si vuol sapere cosa succede alla sua carriera. “Non è successo nulla, è sbagliato dire che la mia carriera si è fermata, io sto sperimentando cose nuove. Essere madrina del Giro d’Italia mi riempie di orgoglio, mi sento una persona fortunata, non avrei mai il coraggio di lamentarmi”.

E allora non lamentiamoci neanche per i gap della cultura, dove forse ci vorrebbe qualche magia. Potremmo chiederlo alla giovanissima Gaia Elisa Rossi che a 13 anni ha già vinto i campionati italiani di magia davanti ad una giuria composta da mostri sacri dell’illusionismo, tra cui Silvan e Tony Binarelli. Però non si monta la testa: “Studio, devo finire la terza media e poi andrò alle superiori. Io non millanto poteri soprannaturali, sono onesta e così spingo la gente a schierarsi dalla mia parte”. Riflessiva e preparata, la maghetta però non ha mai pensato di far sparire il registro dei professori: “Magari! Purtroppo i voti ormai li danno sull’iPad e finiscono sul sito della scuola: altro che mago, ci vorrebbe un super hacker”. Hai capito!

Lasciatemi concludere con una pierinata intellettuale. “Pierino, come mai il tuo tema sul cane è uguale a quello di tuo fratello, l’hai copiato?”. “No, maestra, glielo posso assicurare, si tratta proprio dello stesso cane”. Alta cultura.