SCOMMETTERE SULLA CRESCITA

CON LA LEGGE DI STABILITÀ 2015
By Fabrizio Quarchioni
Pubblicato il 30 Novembre 2014

PER FAVORIRE I GIOVANI IN CERCA DI PRIMA OCCUPAZIONE, DISOCCUPATI E PRECARI, LO SGRAVIO NON SI APPLICHERÀ AI LAVORATORI GIÀ IMPIEGATI A TEMPO INDETERMINATO, NEI SEI MESI PRECEDENTI, PRESSO QUALSIASI DATORE DI LAVORO Da come è stata presentata e pensata, la nuova legge di stabilità, sembra rispondere al motto: ora o mai più. Speriamo che stavolta sia davvero così, che ritorni la crescita, che ritorni la fiducia, che ritorni il progresso. Che ritorni l’occupazione, soprattutto. Ecco, quindi, che per invertire la rotta si parte dai 18 miliardi di euro di taglio delle tasse (cuneo fiscale), di cui 9,5 mld per il bonus Irpef da 80 euro ai lavoratori in busta paga e 5 mld per azzerare dal 2015 la componente lavoro dell’Irap. La misura regina per i datori di lavoro è la contribuzione zero sulle assunzioni a tempo indeterminato per tre anni (1,9 mld). Per favorire i giovani in cerca di prima occupazione, disoccupati e precari, lo sgravio non si applicherà ai lavoratori già impiegati a tempo indeterminato, nei sei mesi precedenti, presso qualsiasi datore di lavoro. Inoltre, restano fuori coloro che hanno già goduto di altre agevolazioni legate all’assunzione a tempo indeterminato. Arrivano 300 milioni di risorse destinate al credito d’imposta per ricerca e innovazione: agevolazione fiscale del 50% per incrementi annuali di spesa delle imprese che fatturano meno di 500 milioni di euro. Sul piatto ci sono, poi, i 500 milioni per sgravi alle famiglie numerose, con esenzione ticket entro fine 2015 e un bonus figli fino al terzo anno di età e proporzionale al reddito, per i bambini nati tra il 2013-2015. A questo si aggiungono: 1,5 mld per finanziare gli ammortizzatori sociali e 1 miliardo per l’assunzione di precari nella scuola. Il bonus in busta paga viene riconfermato, senza ampliamento della platea alle famiglie numerose monoreddito. Gli 80 euro diventano strutturali sotto forma di detrazione. Il capitolo Tfr in busta paga è rimasto aperto con 100 mln di risorse (a garanzia Inps e controgaranzia dello stato) per finanziare l’anticipo, per chi vorrà averlo, con opzione irrevocabile fino al 2018. Sarà dunque il lavoratore a scegliere se farselo versare o meno e le banche anticiperanno alle imprese le risorse per pagare il Tfr in busta paga. Così, a fronte della richiesta del dipendente, l’impresa si fa rilasciare dall’Inps una certificazione di diritto alla prestazione, che viene poi trasmessa alla banca che, a sua volta, eroga il finanziamento. La misura sarà attivata verso metà anno prossimo in convenzione con l’Abi (associazione banche italiane), ma avrà effetto retroattivo dall’inizio 2015. Per le partite Iva a basso reddito (sotto i 15.000 euro) è stata inserita la possibilità di un regime fiscale forfettario e a burocrazia zero. Per le imprese possibile anche il patent box, cioè un meccanismo di sostegno ai brevetti, con agevolazione sui guadagni. Introdotto, inoltre, il ravvedimento lunghissimo, l’istituto che prevede piccole sanzioni per chi paga in ritardo tasse e imposte e sanzioni ancora più ridotte se la regolarizzazione avviene entro 90 giorni. Cambio di rotta per i controlli fiscali che saranno più favorevoli nei confronti del contribuente. Infatti sarà l’Agenzia delle Entrate a mettere a disposizione nuovi flussi di dati per aiutare il contribuente ad assolvere correttamente i suoi obblighi fiscali.

Non resta che cogliere l’attimo, con la speranza che anche nel nostro Abruzzo tutte le opportunità vengano afferrate risollevando le sorti della nostra economia locale.

Per quesiti, pareri ed approfondimenti: fquarch@tin.it

 

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