SANTIFICARE LE FESTE: SEMPRE E COMUNQUE?
Le scrivo, padre, per sottoporle un problema riguardante la santificazione della festa. Io e mio marito gestiamo un negozio in un piccolo paese. Prima della crisi epidemica abbiamo sempre rispettato la festa e siamo stati sempre chiusi. Dopo la lunga quarantena, per riappianare le tante perdite siamo aperti anche durante le feste, quindi ci è impossibile santificarle.
Una sua lettrice
L’apertura dei negozi anche di domenica mette in difficoltà molti cristiani, impegnati in esercizi commerciali, nella santificazione delle feste, ma anche nel potersi dedicare alla cura della famiglia e nella formazione dei figli.
Nessuno è responsabile della difficile situazione sanitaria causata dal Covid-19, che sta provocando anche una forte crisi economica. In certi momenti bisogna fare di necessità virtù per il bene della famiglia e per il futuro dei figli.
Santificare la festa è certamente un dovere, ma prima di tutto deve essere un’esigenza, cioè sentire il bisogno del riposo settimanale per il proprio bene spirituale e corporale: esigenza di dedicare parte del proprio tempo a Dio che del tempo è il vero padrone e signore; esigenza di stare con il Signore per ascoltarlo ed essere da lui istruiti; esigenza di dedicarsi ai bisogni della famiglia.
Tutte queste esigenze devono confluire nella presa di coscienza della necessità di doversi prendere cura della propria salute spirituale e dedicarsi a fattive opere di carità. Per il cristiano la partecipazione all’eucarestia è un mezzo imprescindibile per la propria crescita fisica e spirituale, ovviamente tenendo presenti le situazioni concrete in cui si trova. Avrà notato che il Papa aveva dispensato dalla messa domenicale i cristiani durante la quarantena da Covid-19.
La messa festiva non è un optional, ma Dio non chiede mai l’impossibile. E quindi se in coscienza ritiene che, tenendo presenti tutte le esigenze, non le è possibile in questo periodo andare a messa, stia serena, supplisca con la preghiera e la carità. Tuttavia il cristiano sa che andando messa non fa un favore a Dio, fa i propri interessi: siamo noi che abbiamo bisogno di lui.