ROMA CI RIPROVA

Forse per la mia innata scarsa dimestichezza con i numeri; forse perché la mia vita è trascorsa sempre abbastanza lontana dal mondo della “finanza ricca”, quella che si è facilmente portati a indicare come uno dei poteri forti, se non il potere forte per eccellenza: un po’ per l’uno, un po’ per l’altro dei motivi accennati, per venire al dunque, non sono stato un “tifoso” del professor Monti, e conseguentemente non ho stravisto per il governo da lui presieduto. E ricordo di aver commentato con un “…e te pareva!” il suo rifiuto di avallare la richiesta di avanzare la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020. Quando giorni addietro ho visto la lettera di Monti al Corriere, l’ho subito inserita tra i “ritagli” del mio archivio telematico perché volevo leggerla con attenzione e se del caso commentarla. L’ho fatto a qualche giorno di distanza, quando ho potuto non solo leggerla appunto con l’attenzione dovuta alla persona e al tema ma anche buttar giù una mia modestissima chiosa personale.

La mia professione giornalistica è stata caratterizzata, diciamo al 95 per cento, dall’attenzione ai problemi dello sport, che come ho avuto modo di osservare in altra occasione ha rappresentato una sorta di… “vendetta”, o di “risarcimento” per non aver io potuto fare attività sportiva, neppure a livello amatoriale, per le gracili condizioni fisiche della mia infanzia. Anche per questo, forse, guai a chi mi tocca lo sport! Anche per questo avevo visto con personale fastidio il diniego del presidente del consiglio pro tempore in riferimento alla eventuale candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. Che tuttavia Monti stesso ha spiegato con il garbo che nessuno può contestargli con la lettera inviata al Corriere.

E ora che succederà? Intanto c’è da ricordare e mettere in preventivo che presentare la candidatura non significa ottenere l’investitura, anche se Roma – sono parole di Thomas Bach, presidente del Comitato olimpico internazionale – è una candidata “forte e apprezzata”: la selezione comincerà l’anno che viene, ma la decisione finale sarà presa due anni dopo, nel 2017.

Vale anche la pena di ricordare che Roma dopo la splendida edizione dei Giochi del 1960 aveva tentato di riproporsi per il 2004 (in realtà l’obiettivo era quello dei Giochi 2000, ma fu battuta da Sydney…) dove era arrivata al secondo posto, sconfitta da Atene, mentre la candidatura per le Olimpiadi del 2020, considerata molto forte per le caratteristiche di ecocompatibilità e il numero di strutture già esistenti, era stata ritirata dal governo Monti a causa della crisi economica.

Per una Roma che tenta, c’è nel frattempo una Torino che allestisce. Il capoluogo piemontese, che nel 2006 ha ospitato i Giochi olimpici invernali e che ogni anno è sede di grandi eventi sportivi, l’anno venturo sarà infatti Capitale europea dello sport, qualifica che onorerà ospitando numerosi eventi di prestigio a rilevanza nazionale e internazionale: tra questi, World league di pallanuoto a febbraio, Coppa del mondo di fioretto femminile a marzo, assoluti di atletica leggera a giugno e World league di volley a luglio, senza dimenticare che, anche per le celebrazioni in onore di san Giovanni Bosco Torino ospiterà le Olimpiadi degli oratori con finali che si svolgeranno durante la Settimana europea dello sport.