RIPENSARE LA FISSIONE NUCLEARE NELLA QUARTA GENERAZIONE

Mondo che verrà
By marco staffolani
Pubblicato il 5 Giugno 2022

Nell’attuale congiuntura storica, in cui facciamo fatica a pensare al “mondo che verrà” perché sembra che la guerra non possa cessare, mi sono lasciato suggestionare dal testo biblico di Is 2,4:

Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra.

È affascinate questo “metallo biblico”, forgiato in origine per difendersi o per ferire, che si può sciogliere in nuove forme. Così anche il pensiero vecchio, del guerriero e dell’uccisore, può cadere di fronte a un nuovo pensiero: i propositi di guerra possono essere sostituiti da quelli di pace, il metallo insanguinato assumere le forme atte a coltivare e raccogliere.

Il detto biblico non è fantasia. Nella realtà abbiamo esempi virtuosi di questo per esempio con l’utilizzo dell’uranio e in generale dell’energia atomica, sia nel passato sia come proposte future.

L’uranio presente in natura è utilizzabile come combustibile nucleare (235U) solo per il 0,7%. L’interesse per l’uranio è dovuto al fatto che è l’unico elemento in natura che presenti un isotopo fissile, capace cioè di spaccarsi in due atomi più leggeri, rilasciando energia utile per gli impieghi umani, in quantità di diversi ordini di grandezza superiore alle normali combustioni. Tale reazione si può anche autosostenere, ovvero una volta avviata può aumentare da sé stessa. I rischi implicati in questo sfruttamento energetico di fissione nucleare (per cui ci viene in mente Chernobyl o Fukishima) sono:

Possibilità di una reazione incontrollata, rischio di incidente/esplosione nucleare;

Le scorie rimangono radioattive per tempi geologici, e necessitano luoghi di stoccaggio molto sicuri.

Al proposito lo sfruttamento dell’energia nucleare in Italia ha avuto luogo dall’anno 1963 al 1990. Sono state avviate e portate a chiusura solo 5 centrali nucleari, dismesse per raggiunti limiti temporali di progettazione, o per via del referendum del 1987. Col referendum abrogativo del 2011 sono state infine abrogate alcune disposizioni che avrebbero agevolato l’insediamento di nuove centrali nucleari.

È pur vero che bisogna aggiornarsi secondo la realtà attuale della tecnologia. Dunque l’annuncio degli scienziati e dei tecnofili: si chiamerà nucleare di quarta generazione (e non di prima o di seconda come i disastri ricordati) e con ogni probabilità diventerà la tecnologia ordinaria dei reattori entro una decina d’anni.

I nuovi reattori saranno in grado di produrre non solo energia elettrica, ma anche termica e da questa anche idrogeno. In fatto di sicurezza saranno controllati attraverso l’impiego di opportune barre in grafite e con gas inerti come l’elio, tanto che si potranno ridurre enormemente le scorie nucleari o addirittura, secondo il paradigma di trasformazione che abbiamo invocato dalla Scrittura, riutilizzarle oppure bruciarle.

L’ideale sognato da scienziati e tecnofili è utilizzare come combustibile non più l’uranio ma il torio, metallo che si trova in natura in quantità tre volte superiore all’uranio. La sua estrazione è più economica e il decadimento radioattivo più rapido, alcune decine d’anni in confronto al plutonio che decade dopo decine di migliaia. Ma c’è di più. Anche il passato problematico delle scorie può tornare utile perché la maggior parte di esse (compreso il plutonio smantellato dalle armi) potrebbe essere trasformato in materiale utile alla fissione essendo riattivato nello stesso processo energetico che lo metterebbe in mix con il torio. Come dire… anche il peccatore più incallito potrebbe diventare un santo!

Riusciremo, così, veramente a raggiungere un’efficienza di estrazione di energia superiore al 60% in confronto al’1% del classico uranio 235? Saranno veramente affidabili questi nuovi impianti che sfruttano una sicurezza passiva che protegge anche nell’eventualità di mancanza di raffreddamento del nocciolo? L’esperienza ci dirà, ma noi tifiamo perché la buona tecnologia diventi realtà… sicura! marco.staffolani.stf@gmail.com

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