Nel triennio 2010-2012 i reati perpetrati contro l’ambiente sono stati 5.349 con un aumento del 32,18%, mentre gli illeciti amministrativi ammontano a 11.799 con una crescita del 75,28%. I parchi nazionali italiani, ad esempio, sono minacciati da bracconaggio, scarico di acque reflue, discariche abusive, cattura e commercio di animali protetti. In effetti tutto il territorio della penisola è sotto attacco di ecomafie e speculatori nonché sottoposto al consumo esasperato di suolo; colpiscono però di più gli attacchi alle grandi aree protette perché sono polmoni verdi, sono ricche di biodiversità e hanno saputo legare in maniera ottimale la conservazione della natura allo sviluppo locale promovendo in modo concreto la green economy. Costituiscono, dunque, modelli di qualità per l’intero territorio nazionale. Dal dossier di Legambiente, basato sui dati del corpo Forestale della stato, emerge una situazione allarmante anche in considerazione delle stime, che se pur corrette, rappresentano una fotografia non completa ma parziale della grave situazione. Risulta evidente la necessità di rafforzare i controlli e l’intelligence nonché il quadro normativo per far fronte all’illegalità dilagante, alla poca trasparenza e alle lentezze amministrative.
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