Questa nota arriverà nelle case dei nostri affezionati abbonati con i risultati elettorali già conclamati, digeriti (?) e magari già funzionali alla composizione del nuovo Governo del Paese Italia. Di conseguenza, non avendo la palla di vetro per anticipare e quindi commentare il nuovo scenario politico, è il caso di soffermarsi su quelle che sono le aspettative dei cittadini. Sul tavolo ci sono in primo piano il tema energetico e quindi il caro bollette, l’aumento dell’inflazione, la lotta alle povertà che aumentano, la lotta al Covid, il lavoro, la scuola, la sanità. Senza dimenticare le scadenze degli obiettivi da raggiungere per ottenere la seconda tranche del fondi europei (Pnrr). Insomma, non ci sarà da scherzare o perdere tempo. Se non vogliamo precipitare occorrono risposte chiare ed efficaci alle varie problematiche, tenendo presente che non si possono più chiedere ulteriori sacrifici agli italiani. Ora è il momento che la politica restituisca ai “sudditi” condizioni di vita migliori.
E a proposito di sudditi, salutiamo affettuosamente l’era della regina Elisabetta II che lo scorso 8 settembre ha lasciato la vita terrena all’età di 96 anni. Il suo regno, durato 70 anni e 214 giorni, è stato il più lungo della storia britannica. “Ha dedicato la sua vita a servire la nazione e il Commonwealth”. Possiamo riassumere così, con le parole dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, primate della Chiesa d’Inghilterra, nel suo sermone durante la liturgia solenne all’abbazia di Westminster, la lunga guida della regina Elisabetta II. Auguri, invece, al successore al trono, Carlo III, 73 anni, il primo monarca britannico a discendere dalla regina Vittoria attraverso due linee di successione: da parte di madre, attraverso Edoardo VII, Giorgio V e Giorgio VI, e inoltre da parte di padre attraverso la nonna, la principessa Alice di Battenberg, bisnipote della regina Vittoria. Ha avuto due matrimoni: con Diana Spencer (1981), dalla quale divorziò nel 1996, e con Camilla Shand (2005).
Chiudiamo questo scritto con l’alluvione che recentemente ha sconvolto il territorio marchigiano. Al di là della concomitanza di fattori termodinamici e geologici, come si sono affrettati a spiegare politici e meteorologi, resta sconcertante che nel nostro paese si possa ancora morire per la pioggia… Ai famigliari delle vittime in primis e ai tanti che hanno perso casa, azienda, attività o subìto comunque danni importanti, sai cosa importa della convergenza di masse d’aria di diversa origine o delle condizioni orografiche? Per favore, mai come questa volta il silenzio è d’obbligo, lasciando spazio a un minimo di decenza. È vero, in quei luoghi è caduta una enorme quantità d’acqua (400 millimetri di pioggia in due, tre ore) ma è bene ricordarlo, soprattutto a chi punta l’indice altrove credendo di sgravarsi la coscienza, è stata la massa di detriti trasportata dai fiumi a fare da tappo sotto i ponti e causare le tracimazioni dei fiumi Misa e Nevola. La verità è che i fiumi italiani sono da anni trascurati. Lunghi anni senza realizzare opere a difesa del territorio. Basta pensare che il primo progetto di una vasca di espansione da sistemare a monte del fiume torrentizio Misa risale al 1982…
Quarant’anni, dunque, non sono bastati per mettere in sicurezza Senigallia dalle piene del fiume. In compenso, però, nell’appena trascorsa campagna elettorale il mondo della politica ha promesso di risolvere tutti i problemi del nostro Paese…