Tra pandemia e guerra il settore maggiormente colpito è stato quello dell’industria dove la contrazione delle vendite è stata particolarmente diffusa tra le aziende di piccola dimensione. Le prospettive future però…
Come nella vita privata, ogni tanto è bene fermarsi e riflettere, facendo un bilancio e una analisi sulle aspettative raggiunte, le criticità superate, i nuovi obiettivi da perseguire, così per l’economia abruzzese è il caso di tracciare una linea, dopo anni trascorsi tra calamità naturali, pandemia e guerra, sia pur indiretta. Gli effetti derivanti dalle varie situazioni hanno duramente colpito l’economia dei territori in maniera eterogenea in relazione alle differenti specializzazioni produttive. Come emerge da vari studi realizzati da enti e istituti specializzati, il settore maggiormente colpito è stato quello dell’industria. La contrazione delle vendite, estesa sia alle imprese esportatrici sia a quelle operanti sul mercato interno, è stata particolarmente diffusa tra le aziende di piccola dimensione. Il calo dei ricavi e il peggioramento del clima di fiducia hanno frenato l’accumulazione di capitale, ma le attese prospettano, tuttavia, una ripresa delle vendite e degli investimenti, in caso di fine della pandemia ma soprattutto del conflitto in Ucraina. Nell’edilizia, la contrazione è stata meno accentuata grazie alle attività legate ai vari bonus sulle ristrutturazioni e sulla ricostruzione post-sisma. Nell’ambito dei servizi, il turismo, il commercio e i trasporti, sono stati messi a dura prova dalla pandemia e dall’altalena legata agli andamenti e all’alternanza delle varie fasi della diffusione del virus. Le restrizioni legate della mobilità delle persone hanno ridotto il flusso turistico soprattutto estero, sia pur per il turismo interno, sebbene l’Abruzzo venisse percepita quale meta turistica più sicura per la limitata urbanizzazione dei territori.
Ma al netto del superamento delle varie problematiche finora affrontate, c’è futuro per l’economia della nostra regione? In linea di massima le premesse, da questo punto di vista, non sono negative in quanto l’Abruzzo si presenta come terreno fertile per la creazione e lo sviluppo di startup innovative anche grazie alla presenza di un sistema regionale di ricerca e innovazione complesso e composto da una rete articolata di protagonisti coinvolti tra i quali atenei e centri di ricerca universitari, distretti tecnologici, poli di innovazione (tra cui automotive, agroalimentare e chimico-farmaceutico), istituti specialistici del Cnr, laboratori di ricerca internazionali (ad esempio i Laboratori Nazionali del Gran Sasso), parchi scientifici. Un ruolo importante è dato anche dai contratti di rete tra imprenditori che perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività.
Dal punto di vista lavorativo, attraverso Sistema informativo Excelsior è possibile analizzare, con dati previsionali, la domanda di lavoro potenziale espressa dalle imprese della regione Abruzzo nel prossimo futuro. In tale contesto le professioni maggiormente ricercate riguardano quelle legate ai servizi, al commercio nonché tecnici specializzati in particolare di impianti tecnologici e macchinari produttivi, seguono i gruppi professionali specializzati in industria estrattiva ed in edilizia, le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali, gli artigiani specializzati in metalmeccanica ed elettronica, i conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento ed i tecnici in ingegneria.
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