Senza cadere nel catastrofismo, cosa sempre da evitare, il rientro dalle vacanze non lascia spazi a facili ottimismi per le famiglie italiane e per l’intero Paese. Innanzitutto lo stesso periodo feriale ha dato segnali, del tutto coerenti con l’andamento dei consumi del Paese, di un suo forte rallentamento sia per quanto riguarda la percentuale di chi ne ha usufruito, sia nell’accorciamento dei tempi di fruizione. Lo stesso dicasi per il rallentamento dei flussi stranieri. E sappiamo quanto incida nella nostra economia il settore del Turismo, soprattutto in termini di occupazione e sviluppo in generale. Ma i segnali che alla ripresa autunnale stanno di fronte a noi, non ci consegnano certamente previsioni positive. L’ulteriore crescita dei costi energetici, per l’avvicendamento autunnale e relativo riscaldamento e gli assurdi prezzi dei carburanti alimenteranno, sia per costi diretti che indiretti, l’inflazione che già nell’ultimo biennio ha raggiunto l’iperbolica percentuale del 15%. Tali costi, infatti, incideranno su quelli di trasformazione delle filiere produttive e su quelli dei beni trasportati.
Se a ciò aggiungiamo: una caduta dei conti correnti per decine di miliardi, un progressivo aumento dell’indebitamento familiare, si parla di oltre 100 miliardi, nonché stipendi al palo e taglio della perequazione delle pensioni si può comprendere quale sia la caduta del potere di acquisto. Non dimentichiamo, inoltre, l’aumento pernicioso della povertà che ha raggiunto i 5 milioni e 700 mila individui nostri concittadini, oltre l’inevitabile caduta del loro potere di acquisto. E i mesi autunnali e invernali sono quelli dove la famiglie saranno gravate, oltre che dalle spese normali per il proprio sostentamento, da quelle relative alla ripresa della scuola, per libri e corredo, dal costo del riscaldamento, da altro ancora come affitti (in forte aumento), mutui, assicurazione auto e altri imprevisti, purtroppo sempre presenti.
Insomma, una realtà non proprio positiva ancorché si stia contestualmente registrando una riduzione dell’occupazione e del lavoro. E allora, stanchi di dare consigli per come evitare sprechi e risparmiare, anche se sempre importanti e da ripercorrere, ci rivolgiamo ai vari livelli istituzionali e di Governo perché si attuino al più presto misure che contrastino questa situazione: partendo da una seria politica degli investimenti, accelerando l’attuazione del PNRR, sterilizzando gli effetti perversi della tassazione percentuale sui prodotti energetici che agisce da moltiplicatore dei prezzi e delle tariffe quando incombono le speculazioni in atto, tassando maggiormente gli extraprofitti e le rendite che deprimono la nostra economia e che nel contempo implementano le diseguaglianze in atto. Inoltre definire e puntualizzare e finanziare al meglio, dopo il taglio del Reddito di Cittadinanza, gli strumenti necessari al sostegno per i redditi bassi, sia sul versante del cuneo fiscale per i lavoratori, sia su quello delle famiglie in povertà. Si rendano poi maggiormente efficaci gli strumenti funzionali per verifiche e controlli tesi a estirpare quella pianta malefica dell’evasione fiscale, che oltre a essere cosa eticamente scorretta produce guasti enormi al nostro sistema sociale colpendo soprattutto le fasce più deboli della nostra società. E ciò sta diventando francamente insopportabile.