PIÙ FORTE DI TUTTO E TUTTI
IL 2022 LO HA VISTO IMPEGNATO IN TANTE DIREZIONI: DALLA RIFORMA INTERNA DELLA CURIA ALLA RICERCA DELLA PACE NEL MONDO E LA DIFESA DELLA LIBERTÀ RELIGIOSA, DALLA FASTIDIOSA SCIATALGIA AL RECENTE VIAGGIO IN BAHREIN
Un anno importante, il 2022, per papa Fran-cesco. Un anno che lo ha visto impegnarsi per la riforma interna della Curia, per la pace nel mondo e per la libertà religiosa. Un anno in cui abbiamo anche imparato a vedere in tv il Papa in carrozzella a causa di una lunga e fastidiosa sciatalgia che non gli lascia scampo ma con la quale si è abituato a convivere. Negli ultimi tempi c’è stato un miglioramento, e ogni tanto, quando può, Francesco usa il bastone per sorreggersi in piedi. Ma ormai dobbiamo abituarci a un papa anziano che svolge il suo ministero petrino “da seduto”.
La “Praedicate Evangelium”
Alla fine la tanto attesa riforma della Curia è arrivata. Entrata in vigore il 5 giugno, la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium è il frutto di un cammino di riforme durato quasi un decennio. La riforma arriva dopo quella stabilita da Giovanni Paolo II (Pastor Bonus, 1988), che a sua volta modificava quella promulgata da Paolo VI (Universi regimini Ecclesiae, 1967). In realtà, da quando è stato eletto, nel 2013, Francesco ha iniziato a cambiare la Curia. Le riforme hanno riguardato inizialmente le istituzioni economico-finanziarie della Santa Sede. Nel 2014 ha istituito il Consiglio per l’Economia, che ha il compito di sovrintendere alla gestione economica e di supervisionare le strutture e le attività amministrative e finanziarie dei dicasteri della Curia romana. Ha poi istituito la Segreteria per l’Economia, che è il dicastero della Curia romana di controllo e indirizzo, incaricato di coordinare gli affari economici e amministrativi della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano.
Un secondo passo è avvenuto nel 2015, con la creazione della Segreteria per la Comunicazione, poi divenuta dicastero per la Comunicazione, che ha accorpato ben 9 entità diverse. Il nuovo dicastero, dal 2018, è affidato alla guida di un prefetto laico. Nel 2016 è stato istituito il dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, che ha unificato le competenze che erano appartenute al Pontificio Consiglio per i Laici e al Pontificio Consiglio per la Famiglia. Nel 2016, il Papa ha istituito il dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. In esso sono confluite le competenze del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, del Pontificio Consiglio Cor Unum, del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari (per la Pastorale della Salute). Il dicastero è competente anche per quanto riguarda Caritas Internationalis. Nel 2017 il Papa ha apportato modifiche anche alla Segreteria di Stato, che fino ad allora era composta da due sezioni, quella degli Affari generali (guidata dal Sostituto) e quella dei Rapporti con gli Stati (guidata dal Segretario per i Rapporti con gli Stati). Francesco ha infatti istituito una terza sezione, denominata Sezione per il Personale di ruolo diplomatico della Santa Sede. E siamo arrivati al febbraio 2022. Papa Francesco ha modificato con un Motu proprio la struttura interna della Congregazione per la Dottrina della Fede separando nettamente, con l’istituzione di due sezioni distinte, le competenze dottrinali e disciplinari, e assegnando a ciascuna un segretario. Si è così arrivati al 19 marzo 2022, con la pubblicazione della nuova Costituzione. La no-vità più importante è che il primo dicastero della Curia è quello per l’Evangelizzazione che unifica la Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli e il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione. Si capisce, da ciò, l’ansia missionaria di papa Francesco, divenendo egli stesso prefetto del nuovo dicastero. La seconda novità riguarda l’unificazione nel nuovo dicastero della Cultura della vecchia Congregazione per l’Educazione Cat-tolica e del vecchio Pontificio Consiglio della Cultura. Infine, la terza novità: la trasformazione dell’Elemosineria apostolica in terzo dicastero della Curia romana chiamato “dicastero per il Servizio della carità”.
La pace
Incontrando a novembre migliaia di studenti e insegnanti, Francesco ha rivolto a loro l’invito a essere “poeti di pace” e a “sognare in grande” ispirandosi all’esempio di Martin Luther King e Giovanni XXIII. Richiamando la figura di Roncalli, ha indicato un obiettivo, e cioè essere appunto “poeti di pace”. “Spesso parliamo di pace – ha detto il Papa – quando ci sentiamo direttamente minacciati, come nel caso di un possibile attacco nucleare o di una guerra combattuta alle nostre porte. Così come ci interessiamo ai diritti dei migranti quando abbiamo qualche parente o amico emigrato. In realtà, la pace ci riguarda sempre! Come sempre ci riguarda l’altro, il fratello e la sorella, e di lui e di lei dobbiamo prenderci cura. Papa Giovanni – ha continuato Francesco – si rivolse a tutti gli uomini di buona volontà, chiedendo la soluzione pacifica di tutte le guerre attraverso il dialogo e il disarmo. Fu un appello che riscosse una grande attenzione nel mondo, ben oltre la comunità cattolica, perché aveva colto un bisogno di tutta l’umanità, che è ancora quello di oggi. Per questo vi invito leggere e studiare la Pacem in terris, e a seguire questa strada per difendere e diffondere la pace”. Più volte Francesco ha detto pubblicamente di mettersi personalmente a disposizione per una mediazione tra Ucraina e Russia.
Il viaggio in Bahrein
Il trentanovesimo viaggio apostolico che Francesco ha effettuato in Bahrein dal 3 al 6 novembre scorsi, è stato un ulteriore cammino di fraternità nei rapporti con il mondo islamico, dove si è vissuto un clima di crescita e l’intensificarsi dei rapporti con il mondo islamico e i suoi rappresentanti. I punti di riferimento che hanno “guidato” il viaggio sono stati due documenti, il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune e la lettera Enciclica Fratelli Tutti. Francesco è il primo pontefice a recarsi nel Regno del Bahrein. L’importanza della visita sta tutta nel fatto che questo è un tempo in cui cercare alleati alla causa della pace e della fraternità, e il Papa lo fa molto bene. La pace passa anche attraverso la libertà religiosa e il dialogo interreligioso: il mondo in fiamme ha bisogno di questo sguardo rispettoso tra religioni che non hanno paura della pace dei cuori.