PERCHÉ DOBBIAMO PAGARE PER SPOSARCI?

By Luciano Temperilli
Pubblicato il 1 Marzo 2014

Salve, siamo una coppia di fidanzati e tra qualche mese coroneremo il nostro sogno sposandoci in chiesa. Volevamo chiederle, padre, perché si paga per sposarsi in chiesa? Secondo lei è corretto parlare di “tariffe”? Ci scusi, non vogliamo fare polemica, ma ci sembra un po’ fuori luogo… Grazie    Lettera non firmata

La burocrazia è arrivata anche in chiesa, pare! Sarebbe meglio parlare di offerta che serve fondamentalmente per sostenere il locale-chiesa nelle spese (luce, riscaldamento, pulizie eccetera). Il locale-chiesa, come qualunque ambiente, va incontro a delle spese ed è mantenuto dalle offerte dei fedeli. L’offerta quindi dovrebbe essere un gesto di condivisione e di partecipazione per sostenere un ambiente che serve alla comunità. La “tariffa” dovrebbe essere in questa linea: un’indicazione, non una tassa. Come, per analogia, l’offerta per la celebrazione della messa è un’indicazione standard: ci può essere di più come ci può essere di meno. Parlo in particolar modo della chiesa parrocchiale perché chi vuole servizi in chiese particolari, con orari particolari, con preti particolari… beh! ne paga le conseguenze. Volente o nolente diventa un mercato dove vige la domanda e l’offerta. Non sarà bello, ma è la vita. Qui però devo fare due considerazioni. La prima che è bene sposarsi nella chiesa parrocchiale che si frequenta (o almeno si dovrebbe!) perché ci si sposa davanti a Dio (che sta dappertutto ok!) ma anche di fronte alla chiesa. E, fondamentalmente ma non esclusivamente, la chiesa-comunità è quella parrocchiale. La seconda osservazione, poi, è terra terra. In certi matrimoni si spende una fortuna per fiori, fotografi, trasporti eccetera, e poi si ha il braccetto corto solo per la chiesa. Ma sarà l’unico ambiente che vi accoglierà sempre come casa vostra.

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