PER RENDERVI FELICI PER SEMPRE

Cari lettori, faccio mio l’augurio natalizio scritto da san Gabriele dell’Addolorata al papà, Sante Possenti, per il Natale del 1860: “Scendano su di voi e su di tutti i congiunti e di casa in tali giorni le benedizioni del cielo a rendervi per sempre felici”. In un contesto sociale come quello che stiamo vivendo, segnato dalla precarietà, dalla paura, dal senso di impotenza, dalle lacrime di tanti anziani che salutano in solitudine questo mondo, dalla preoccupazione di sopravvivere di molti per la “pandemia economica” non meno grave di quella virale – anche se più sanabile se fossimo davvero solidali gli uni con gli altri – mi sono chiesto come potevano risuonare nel cuore dei devoti del nostro santo queste parole. Benedizioni del cielo, felicità… sembrano essere realtà lontane visto che qualcuno attenta addirittura – Dio lo perdoni – a parlare di castigo divino per un’umanità che ha volto le spalle al Creatore, non superando ancora la dottrina della retribuzione, mal interpretata, presente in alcuni testi dell’Antico Testamento: benedizione per chi teme Dio, maledizione per chi lo ignora.

Riprendiamo l’augurio natalizio di san Gabriele che si compone di due auspici: anzitutto benedizioni dal cielo! Qualcuno potrebbe dire che l’unica benedizione da chiedere in questo tempo sia la liberazione da questa pandemia e salvare la pelle senza troppe sofferenze. Che sia un desiderio legittimo non c’è dubbio e la preghiera di tutta la Chiesa va anche in questa direzione, ma che sia l’unica benedizione da chiedere al Signore ho qualche dubbio. C’è ancora troppa gente in salute che usa malissimo le forze di cui è in possesso generando sofferenze agli altri, e allora che dobbiamo dire? Che Dio è con lui?

Cari lettori, siamo stati già benedetti da Dio con la venuta del suo Figlio nel mistero dell’incarnazione! Infatti, quale benedizione più grande poteva chiedere l’umanità all’Eterno Padre? “Dio si è fatto come noi per farci come lui” recita un canto liturgico natalizio molto conosciuto. Può esserci davvero benedizione più grande? Apriamo il nostro cuore all’accoglienza del Figlio di Dio nella nostra vita e per il tempo che ci sarà dato di vivere, facciamo sì che sia il Vangelo a guidare i nostri passi, comunque vadano le cose. Non ha fatto così il santo abruzzese nella sua breve vita? Anche la morte in gioventù era ritenuta una sciagura da una certa sapienza “religiosa” e cosa dovremmo concludere? Che Gabriele sia stato un “maledetto” vista la sua breve esistenza?

Il Signore vuole renderci “per sempre felici”: sì, questo è proprio vero! “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11)! Qui riconosco il volto del Dio di Gesù Cristo che il bimbo di Betlemme è venuto a rivelare; è una gioia intima, ben lontana dall’euforia generata da umane conquiste e che il Signore riserva a chi passa la vita ad amare Dio e i fratelli senza lasciarsi condizionare da circostanze avverse, fosse pure una crisi pandemica come quella che stiamo vivendo. Amati da Dio, mostreremo di aver accolto la sua benedizione se sapremo fare della nostra vita un dono, il più possibile incondizionato, cioè senza condizione, e allora gusteremo la dolcezza della sua presenza e il gaudio della sua amicizia. Buon Natale!