PARABOLE AMICHE E …NEMICHE

Siamo abituati a sentire che la tecnologia non ha in sé un’anima buona o cattiva. Ciò che la rende buona o meno è l’uso che se ne fa. Questo può valere direttamente per una tecnologia di uso generale e non complessa (ad esempio un coltello da cucina, che può tagliare una torta oppure… una mano). Ma certe sono così ben finalizzate e sofisticate che è difficile trovare un uso buono o cattivo differente rispetto a quello a cui sono destinate (la tecnologia delle armi, ad esempio, seppur praticata a fine sportivi, è principalmente usata per fini offensivi; oppure è difficile pensare al giubbotto antiproiettile, con tutta la ricerca tecnologica di materiali leggeri e resistenti, per altro se non proteggere dalle armi da fuoco).

C’è poi anche una tecnologia generale e complessa come, ad esempio, le nuove costellazioni satellitari che hanno l’ambizione di coprire con la banda larga tutte le zone della terra. Spedire nello spazio migliaia di satelliti, coordinare le loro comunicazioni tra cielo e terra, evitare che collidano con altri debris spaziali eccetera serve al più generale degli scopi che è quello del collegamento a Internet. Una notizia che ha fatto scalpore, a proposito, è stata l’offerta da parte di Elon Musk (proprietario dell’azienda SpaceX che produce razzi spaziali) di diverse migliaia di antenne per permettere alla popolazione ucraina, in zone martoriate dalla guerra e rimaste sconnesse per danni alle infrastrutture, di collegarsi con il resto del mondo attraverso una connessione satellitare a Starlink (un esercito di quasi 2000 satelliti che Musk ha spedito in orbita regolarmente ogni mese, a partire dal 2019).

E forse qui torniamo al cane che si morde la coda: la differenza la fa l’uso prossimo e non l’intenzione generale. Molte persone, rimaste senza casa e con mezzi di fortuna, hanno potuto comunque comunicare attraverso postazioni improvvisate con i loro cari proprio grazie al ripristino delle comunicazioni con il resto del mondo attraverso questa internet satellitare.

Il “lato oscuro” si è rivelato l’uso militare, nella fattispecie la stessa tecnologia usata per predisporre attacchi difensivi mirati da parte degli ucraini contro l’esercito russo. Poter disporre di droni pilotati attraverso internet, permette di controllare l’avversario a distanza, potendo fare imboscate e cogliere il nemico russo (forse meno attrezzato tecnologicamente) alla sprovvista.

I servizi satellitari di nuova generazione potrebbero rivelarsi dunque uno strumento molto efficace per conflitti e catastrofi anche in altre parti del mondo, oppure per aiutare le persone che vivono in società sottoposte a un controllo autoritario della rete, permettendo di accedere liberamente, in maniera piuttosto economica, alla rete globale.

Certamente ciò che ci piacerebbe è l’uso di queste nuovissime possibilità soltanto per applicazioni positive, esenti da scelte etiche (militare si, militare no…), ma occorre essere informati di tutte le conseguenze a cui può giungere l’applicazione tecnica in quanto l’intreccio di volontà umane, positive e negative, rende ambigua la medesima tecnologia.

Riusciremo a comunicare come essere umani, senza dover desiderare la morte dell’altro? Senza lasciarci irretire dalla paura di essere offesi e quindi chiuderci in una esagerata prudenza che ci isoli dagli altri? Certo, la prima comunicazione deve essere attivata con il nostro prossimo. Forse lì non abbiamo bisogno di parabole per comunicare… se non quelle del vangelo.

marco.staffolani.stf@gmail.com