ONORATE MARIA SANTISSIMA
Cari lettori e care lettrici, nella Chiesa cattolica il mese di maggio, è tradizionalmente dedicato al culto mariano. Facendo memoria di questa opportuna consuetudine, san Gabriele dell’Addolorata scrive al papà, Sante Possenti, il 2 maggio 1858: “È possibile che i fratelli, giacché siamo nel mese mariano, non vorranno fare un tale fioretto a Maria…? Vi raccomando l’immagine di Maria santissima addolorata; onoratela più che potete, e non dubitate che ne proverete i benigni soccorsi”.
Il “fioretto” suggerito ai suoi fratelli di sangue è quello di evitare divertimenti disonesti e conversazioni poco salutari per la salute dell’anima. Accogliamo con simpatia lo spirito della raccomandazione del santo abruzzese, quello cioè di essere prudenti e non cadere in situazioni pericolose “per la salute dell’anima”. La mia attenzione, però, in questo mese di maggio vorrei orientarla sull’importanza del culto mariano tante volte ricordata dal nostro santo.
A metà ottocento e poi ancora per molti decenni, potremmo dire quasi fino ai tempi nostri, una pastorale tanto semplice ma non inefficace, insisteva sull’onorare Maria Santissima attraverso azioni virtuose, atti di bontà straordinari come l’offrire il perdono a persone che avevano offeso o visitare un malato, o per i più piccoli, impegnarsi particolarmente nell’obbedienza ai genitori… sono i fioretti. Quale sapienza sottostà a questo esercizio spirituale? San Tommaso d’Aquino, nella Somma Teologica ricorda che le virtù si acquisiscono con il moltiplicarsi di atti buoni fino a diventare un abito che ci rende naturalmente virtuosi. Così la grazia infusa attraverso le virtù teologali, quali la carità, viene a essere corrisposta con l’esercizio delle virtù cardinali. Se poi le motivazioni per moltiplicare gli atti buoni sono particolarmente attraenti, la facilità dell’esercizio risulta agevolata. E poiché Maria Santissima è la buona e tenera Madre che ci ha donato Gesù e continua a intercedere per noi, offrire a lei atti virtuosi significa ricambiare il suo affetto straordinario per tutta l’umanità.
Qualcuno potrebbe sorridere di fronte a queste considerazioni, ed è libero di farlo; per me non è così, e lo dico sia per esperienza personale, sia come frutto del mio ministero di accompagnamento spirituale di penitenti: le abitudini buone si acquisiscono solo con l’esercizio virtuoso, così come quelle cattive si consolidano con una vita dissoluta. Comprendiamo, allora, che Maria Santissima che vogliamo onorare in questo mese di maggio, non è solo la potente mediatrice di grazia, ma anche un capolavoro a cui guardare per imitarla nelle sue virtù.
In questo tempo ancora così segnato da sofferenze e paura a causa della crisi pandemica che stenta a risolversi, guardare a Maria onorandola con il titolo di Addolorata non potrebbe essere occasione per fare memoria della sua presenza accanto al Figlio sofferente e imitarla nel farci presenza mariana, tenera, discreta e concreta accanto ai tanti crocifissi che incontriamo con tanta facilità? Sono certo che sarebbe per lei un fioretto assai gradito!