“NONOSTANTE IL PAPA RESTIAMO VITTIME DELL’INCOMPRENSIONE”

By Luciano Temperilli
Pubblicato il 30 Novembre 2020

Recentemente i media hanno riportato la notizia dell’apertura del papa nei confronti delle coppie omosessuali: “Favorevoli alle unioni civili, hanno diritto a una famiglia”. Purtroppo, però, per esperienza personale nella realtà quotidiana non è così… Parlo sia della realtà sociale, ambiente di lavoro, scuola, tempo libero, eccetera, sia dell’istituzione Chiesa. Cioè parroci e religiosi che quanto meno presentano male la posizione della Chiesa… Ciò comporta che noi “diversi”, cosi come siamo etichettati dalla società, restiamo vittime dell’incomprensione e quindi costretti a vivere in solitudine grandi sofferenze interiori. Pur essendo, come nel mio caso, persone profondamente cattoliche.Perché la Chiesa fa distinzione tra gli atti omosessuali, le tendenze omosessuali e la persona che ha queste tendenze? Grazie. Gabriella 1997

Su questo argomento, particolarmente sensibile per la nostra cultura e sensibilità, si è creato un po’ di caos. C’è stato il lancio della notizia ma non un approfondimento su quanto il papa ha veramente affermato e su che cosa si è pronunciato. Ti rimando a quanto pubblicato da Avvenire https://www.avvenire.it/search/Chiesa e omosessualità per una visione corretta. Seguendo i diversi interventi ti renderai conto che, specialmente dopo il Concilio Vaticano II, la posizione della Chiesa è cambiata notevolmente e nell’Esortazione apostolica post-sinodale sull’amore nella famiglia Amoris Laetitia (2016) si possono comprendere le espressioni del papa. Il capoverso numero 250 così si esprime: “Con i padri sinodali ho preso in considerazione la situazione delle famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale, esperienza non facile né per i genitori né per i figli. Perciò desideriamo anzitutto ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ‘ogni marchio di ingiusta discriminazione’ e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza. Nei riguardi delle famiglie si tratta invece di assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita”.

In questo testo si parla chiaramente di dignità della persona dell’accoglienza e della non emarginazione delle persone omosessuali. Nel numero seguente, precisamente al 251, si dice: “Nel corso del dibattito sulla dignità e la missione della famiglia, i padri sinodali hanno osservato che… circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”. Ciò non toglie però (queste le parole del papa riportate da Avvenire), il “diritto di queste persone ad avere delle coperture legali”. Lo que tenemos que hacer es una ley de convivencia civil; tienen derecho a estar cubiertos legalmente. Yo defendi eso: “Quello che dobbiamo fare è una legge di convivenza civile; hanno diritto di essere coperti legalmente. Io ho difeso questo”.

In un’intervista al Corriere della Sera dello scorso 5 marzo (sempre riportato da Avvenire) il Papa si era così espresso: “Il matrimonio è fra un uomo e una donna. Gli Stati laici vogliono giustificare le unioni civili per regolare diverse situazioni di convivenza, spinti dall’esigenza di regolare aspetti economici fra le persone, come ad esempio assicurare l’assistenza sanitaria. Si tratta di patti di convivenza di varia natura”. Quindi è chiaro il pensiero del papa: le convivenze civili, che devono essere regolate per assicurare i diritti delle persone, non sono matrimoni secondo il disegno di Dio. Attribuire allora al papa, come qualcuno ha voluto farci credere, l’apertura a matrimoni omosessuali o adozione di figli o uteri in affetto è chiaramente fuorviante ed è una falsità ideologica. Gli atti omosessuali poi, proprio in super sintesi, non corrispondono al disegno di Dio sulla sessualità umana aperta al dono e alla vita. In conclusione: la persona, qualunque persona, ha la sua dignità. Le tendenze fanno parte della persona ma non sono la persona che di fronte ad esse esercita la sua libertà di scelta. Ci sono persone che hanno tendenze omosessuali ma non fanno atti omosessuali, così come ci sono persone che hanno altre tendenze (lascio a te la semplificazione!) ma, per convinzione, per valori religiosi, per rispetto sociale, per senso di colpa eccetera, non le mettono in pratica.

Vorrei concludere qui semplicemente sottolineando che siamo tutti persone fragili e peccatori. Tutti meritiamo rispetto, comprensione e accoglienza ma tutti, dico tutti, dobbiamo convertirci ai valori del vangelo perché la misura della nostra vita non siamo noi stessi ma è Cristo che dovremmo imitare nei sentimenti e nelle azioni. Infine non tocca noi giudicare perché soltanto Dio è il giudice perché conosce il cuore dell’uomo e noi confidiamo in quella misericordia che ha sempre la meglio nel giudizio (Gc 2,13).

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