“NON SOPPORTO IL ROSARIO…”

By Luciano Temperilli
Pubblicato il 2 Giugno 2020

Mi chiamo Alice e ho una cosa da chiederle… A cosa serve recitare il rosario? Oltre a trovarlo particolarmente lungo e quindi impossibile da recitare con la giusta concentrazione, non sopporto proprio dialogare con Dio attraverso formule preconfezionate… Non ritengo giusto recitare preghiere a comando, il dialogo con il Signore dovrebbe essere libero e spontaneo. Grazie.

Certo che non si può pregare a comando. A che servirebbe se uno non è convinto. Si può pregare in tanti modi: anche con il silenzio, a tu per tu con Dio. Si prega anche con la bocca, con le parole, ma dev’essere sintonizzata con il cuore proprio perché Dio guarda il cuore. Si può pregare da soli e insieme ad altri. Ed è un bene perché Dio è Padre “nostro”. Solo Gesù poteva dire Padre “mio”. Ma Dio guarda anche se due o tre pregano insieme e pare che sia importante perché la preghiera diventa una invocazione caritatevole, comune, coinvolgente. E questo è il Rosario: stare insieme, meditare i misteri della vita di Cristo e pregare la Madonna e con la Madonna perché quanto ricordiamo diventi lode, ringraziamento ed impegno.

Al di là delle distrazioni è comunque importante dare del tempo a Dio e darlo insieme perché Dio è il Signore del tempo e fondamento del nostro vivere insieme. E poi può capitare, per la debolezza della natura umana, che uno rimane senza parole e a quel punto non rimane che “Ave Maria e Padre nostro”. Me lo raccontava un giovane prete che, operato e in situazione critica, sperimentava la fuga dei bei pensieri e delle riflessioni profonde di fronte al dolore e all’angoscia del momento. E allora: “Ave Maria, Santa Maria”. Mi diceva che in quel momento aveva capito il Rosario come la preghiera del povero che non ha più parole né argomenti da porre di fronte a Dio, ma solo affidarsi a lui attraverso colei che prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.

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