“Non mi hai riconosciuto? Sono San Gabriele!

Mi chiamo Remo, ho 67 anni e vivo a Pignataro Maggiore (Caserta). Tutto è iniziato il 23 maggio scorso. Fino a quel giorno ero sempre stato bene. Ma quella mattina, erano le 6, mi sono svegliato e sono sceso al piano inferiore, entrato in cucina ho avvertito un forte dolore alla testa, misto a un grande calore. Da quel momento non ho più riconosciuto chi mi era accanto.

Mia moglie mi ha raccontato che è arrivato il “118” e al pronto soccorso i medici sospettavano ictus o ischemia cerebrale. Dopo la prima tac ancora non riconoscevo nessuno, nemmeno mia moglie e le mie figlie. Dopo molte ore, mentre mi stavano trasportando in sala raggi per fare la seconda tac, ho visto davanti a me un frate vestito di nero con un viso molto giovane e sorridente. A quel punto ho iniziato a parlare con lui e gli ho chiesto chi fosse. Lui rispose: “Come, non mi hai riconosciuto? Sono San Gabriele!”. Allora io rimasi stupito e gli chiesi il perché di quella visita, e lui: “Mi manda Gesù, e lo dico a te per trasmettere al mondo vivente che bisogna passare prima per la sofferenza e dopo arrivare alla felicità; mi sai dire che significano queste mie parole?”.

Allora risposi che per me potevano avere più significati. Poi continuai dicendo che per me quelle parole potevano andare bene anche per le sofferenze che affronta un malato grave, che si trova davanti ad una malattia inguaribile. Solo con la preghiera queste persone possono trovare serenità e felicità. Appena finii di parlare San Gabriele intervenne di nuovo dicendomi che avevo capito benissimo il significato delle sue parole. Si voltò, dandomi le spalle, come se volesse andare via e all’improvviso si girò indicandomi con un dito e disse: “Ti aspetto, vienimi  a trovare”. A quel punto scomparve e mi ritrovai nella sala raggi per la seconda tac che ebbe esito negativo. Fui trasferito in reparto e in tarda serata iniziai a ricordare e a riconoscere chi mi stava accanto, ovvero mia moglie, che per me prima ritenevo fosse un’infermiera!

Il giorno dopo iniziai a stare sempre meglio. Tutti gli esami fatti risultarono negativi e dopo una settimana fui dimesso: stavo bene, non avevo nessuna patologia. Da quel giorno mi ripromisi di fare visita al santo e finalmente, lo scorso settembre,  sono riuscito a venire al suo santuario per ringraziarlo.