NESSUN ALIBI

viaggio ad Amatrice dopo la furia del terremoto
By Gino Consorti
Pubblicato il 2 Ottobre 2016

 

Occorrono risposte immediate e concrete da parte dei nostri governanti nei confronti di quanti hanno perso famigliari, casa e speranza. Abbiamo ancora sotto gli occhi la triste situazione del dopo terremoto in terra aquilana… Mi accorgo di essere ormai vicino ad Amatrice quando il viavai di camion e autobetoniere si fa sostenuto e l’incrociarsi di mezzi di Vigili del fuoco, Protezione civile, militari, Carabinieri e Polizia è particolarmente frenetico. Anche il cielo ha indossato i colori del lutto, nuvoloni violacei si rincorrono sospinti da un vento per nulla gradevole. La pioggia non è voluta mancare, tanto per rendere ancora più pesante la situazione. Sono trascorse due settimane dal terribile sisma che ha causato 296 vittime, centinaia di feriti e tanta, tanta distruzione. Gli epicentri delle scosse più severe hanno interessato le province di Rieti, Ascoli Piceno e Perugia. Macerie dappertutto, tendopoli sparse qui e là in attesa di sistemazioni più umane, gente dai volti segnati dal dolore e dalla stanchezza. Il terremoto, a quanti sono sopravvissuti, ha portato via tutto: casa, affetti, passato e presente. Il futuro, però, quello per fortuna no. È lì, in attesa di assumere forme e contorni definiti. Sicuramente sarà in salita, ma la cosa più importante è che ci sia. Ovviamente molto dipenderà dalla risposta che lo stato saprà fornire. Tutti noi, infatti, abbiamo ancora sotto gli occhi le “ferite” lasciate dalla gestione del dopo terremoto del 6 aprile 2009 in terra aquilana. A distanza di oltre sette anni la città è ancora invasa da gru, polvere e impalcature e chissà quanto tempo ancora si dovrà aspettare per una ricostruzione completa. Frazioni comprese. In tutti questi anni abbiamo assistito a un avvilente teatrino con rimbalzo di responsabilità per i gravi ritardi. Per non parlare dei tanti scandali e sciacalli che, nelle tragedie, come sempre trovano l’humus ideale… Bene, se l’esperienza serve a qualcosa questa volta non ci sono scuse. Anche perché – e non è cosa da poco – il territorio e le abitazioni interessate sono certamente più circoscritti rispetto al sisma aquilano, come anche la popolazione da assistere. Dunque nessun alibi: né di ordine economico (l’Unione Europea si è detta pronta ad aprire i cordoni della borsa…) né organizzativo. Ci sono tutte le condizioni per dare risposte immediate e soprattutto concrete. I cittadini, colpiti nel profondo, devono al più presto poter tornare a vivere il presente e il futuro, anche se storie del genere lasciano l’anima segnata. Bi-sogna donare loro molto di più di una speranza. Noi, come giusto che sia per chi fa informazione, vigileremo pronti a denunciare eventuali “incidenti di percorso…”. Nel frattempo, però, non possiamo che lodare la solidarietà e l’opera dei tanti soccorritori. Grazie a tutti. Come simbolo di efficienza vorrei evidenziare la realizzazione del cosiddetto Ponte della rinascita, così come è stato battezzato, che insieme a una lingua d’asfalto ricavata nel bosco circostante ha reso di nuovo possibili, in brevissimo tempo, i collegamenti principali con Amatrice e alcune frazioni.

Io, intanto, sono arrivato. Dopo aver ricevuto l’ok da una postazione di controllo della polizia, situata alle porte di Amatrice, parcheggio l’auto alla meglio e con la macchina fotografica in mano inizio il mio triste racconto…

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