MENO COSTRUZIONI E PIÙ RISTRUTTURAZIONI
Nelle Marche si costruirà sempre meno case a vantaggio di un miglioramento del patrimonio edilizio esistente, sia pubblico che privato, per un minor consumo del suolo non urbano. La scelta operativa è contenuta nel nuovo piano di edilizia residenziale per il triennio 2014-2017 varato dal consiglio regionale. A questa scelta ne segue una seconda che punta a indirizzare gli investimenti nelle aree ad elevata tensione abitativa, in pratica laddove si registra il fabbisogno più marcato di abitazioni. Inoltre, sugli edifici esistenti di proprietà dell’ex Istituto case popolari, ora di competenza della Regione che si avvale dell’Ente regionale abitazioni pubbliche (Erap) quale braccio operativo, si procederà ad interventi di ristrutturazione e di qualificazione energetica potendo, tra l’altro, beneficiare di finanziamenti europei. Questi ultimi interventi sono particolarmente previsti in quegli immobili che sono stati realizzati, per lo più, nei primi decenni del dopoguerra, con tecnologie costruttive tradizionali, senza particolare attenzione al contenimento dei consumi dato l’allora basso costo dei combustibili fossili. Parte dei fondi disponibili andranno a sostegno del comparto attraverso un incremento dell’offerta di appartamenti a canone moderato per gli utenti dal basso reddito e per adottare soluzioni innovative come l’affitto con patto di futura vendita (rent to buy) al fine di ridurre l’elevato numero di alloggi ultimati e invenduti che appesantiscono il mercato edilizio e il sistema delle imprese edili.
Nel primo anno di validità del piano la programmazione regionale può contare su una disponibilità di 47 milioni di euro: risorse che arrivano da economie effettuate negli anni passati e dal reinvestimento delle vendite di una parte dei quindicimila appartamenti pubblici distribuiti nel territorio marchigiano. “Ora – dice l’assessore alla casa delle Marche, Antonio Canzian – abbiamo il vantaggio derivante dall’istituzione dell’ente regionale unico per l’abitazione pubblica, appunto l’Erap, che ha previsto un’unica regia per l’attuazione delle politiche abitative. Una scelta che si è rivelata lungimirante, specie in questo momento di eccezionale difficoltà per la finanza pubblica e per il comparto edilizio. Pertanto la Regione può pianificare tutti i fondi disponibili, superando le logiche locali con una visione di insieme che abbraccia tutte le criticità evidenziate”.
Riepilogando questi i punti salienti del piano triennale di edilizia residenziale pubblica: 1) Interventi sul patrimonio dell’Erap – Una frazione degli alloggi presenti risulta inutilizzata per carenze manutentive per cui un programma di straordinaria manutenzione, ristrutturazione, recupero ed efficientamento energetico dell’intero patrimonio costituisce, per i legislatori, un intervento prioritario per la sua valorizzazione oltre che per dare una mano all’occupazione. Secondo i dati resi noti dall’Ance, l’associazione dei costruttori edili aderenti a Confindustria Marche, nel primo semestre del 2014 la produzione complessiva è scesa del 6,1% in termini reali rispetto allo stesso periodo del 2013. Riguardo all’edilizia abitativa in sei mesi si è registrato un calo della produzione di circa il 3,3% e la flessione sperimentata da questo settore ha trascinato su valori negativi l’intera divisione delle costruzioni, data la sua rilevanza in termini di volumi prodotti e posti di lavoro. La componente privata in conto terzi ha registrato un -14,5% e cali consistenti nell’edilizia convenzionata (-8,6%) e nel conto proprio (9,6%). In questo contesto pure l’edilizia pubblica ha vissuto una fase di rallentamento pari al 3% nell’ultimo biennio. Non parliamo, poi, dei lavori pubblici afflitti dalle carenze finanziarie degli enti locali da evidenziare una contrazione dei livelli produttivi dell’11,8%. Sul piano occupazionale le stime dell’Ance Marche parlano di un calo del 3,8% nel settore operaio e del 3,5% in quello impiegatizio. Alla diminuzione dei livelli occupazionali è corrisposta una marcata discesa del monte ore lavorate, sia rispetto al primo semestre del 2013 (-29,4%), sia rispetto al secondo semestre del 2014 (-32,2%). A testimoniare la situazione negativa sono le ore di cassa integrazione autorizzate che hanno raggiunto, sempre nel primo semestre 2014, 1,3 milioni di ore (+36,3%) nei confronti dell’analogo periodo dell’anno prima e in crescita sono risultate le componenti straordinaria (+315,6%) e in deroga (+112%), mentre la componente ordinaria ha avuto una flessione del 27,6%. Nel settore continuano poi le difficoltà ad accedere al credito così come elevato risulta essere il costo dello stesso.
2) Sostegno al settore – L’obiettivo del piano, oltre quello di agevolare l’accesso alla prima casa, è rivolto alla riduzione dello stock degli alloggi ultimati, invenduti, che condizionano l’intero mercato. Per questi si punta a concederli in locazione, con patto di futura vendita, per un periodo minimo di otto anni a canone concordato. Il soggetto beneficiario del cosiddetto “buono riscatto” dovrà risultare in possesso dei requisiti richiesti per ottenere i fondi di edilizia agevolata. Attualmente l’Erap Marche gestisce quindicimila alloggi di edilizia sovvenzionata, di cui quattromila sono di proprietà dei comuni. Per questi, come detto, si provvederà alla ristrutturazione. Gli interventi dovranno essere localizzati, prioritariamente, nei comuni ad alta tensione abitativa o, comunque, nei comuni con popolazione superiore ai venticinquemila abitanti e nei comuni inclusi nelle aree urbane funzionali (Fuas). Un ruolo sarà riservato anche alla domotica. Intanto nel maggio scorso è stato emanato il regolamento per l’utilizzo degli alloggi assegnati e delle parti comuni con la ripartizione degli oneri relativi alla manutenzione in maniera più favorevole per gli inquilini.
Il censimento generale della popolazione e delle abitazioni del 2001 aveva evidenziato una presenza nella regione di 660 mila e 662 abitazioni con una crescita del 7% rispetto al decennio precedente. Nella provincia di Ancona risultavano occupati l’85% degli alloggi, nelle altre province il valore si abbassa all’81%. Gli edifici ammontavano, invece, a 329.639, di cui 281.472 erano residenziali (85%), dunque mediamente ogni edificio era composto da 2,3 abitazioni (per l’Italia centrale la media è di 2,8 abitazioni per edificio residenziale). La densità abitativa, ovvero il numero di abitazioni per chilometro quadrato di territorio comunale, rimarcava una maggiore intensità nei comuni costieri e in quelli attorno al capoluogo di regione. Il comune che presentava la più alta densità abitativa era quello di Porto San Giorgio con 926 abitazioni per kmq seguito da San Benedetto del Tronto con 876 abitazioni per kmq; i valori più bassi si registravano nei comuni di Monte Cavallo e di Sefro, in provincia di Macerata, dove la densità abitativa ammontava a cinque abitazioni per kmq. Dai dati rilevati dall’Istat gli occupati nel ramo costruzioni erano, nel 2001, 41 mila, il 6,7% della intera forza lavoro. Rispetto ai dipendenti dell’industria essi rappresentavano il 16,5%.