Non si può capire l’importanza del santuario della Madonna di Madhu nello Sri Lanka se prima non si conoscono i tragici conflitti succedutisi in quello stato asiatico da oltre due secoli. La stessa visita pastorale di papa Francesco dal 12 al 15 gennaio scorsi perderebbe significato. Lo Sri Lanka si trova a sud dell’India e conta 20 milioni di abitanti suddivisi in due popoli da sempre in lotta fra loro: i singalesi e i tamil. L’isola non è stata mai pacificamente unita, ma suddivisa tra un regno tamil a nord-est e due regni singalesi a sud-ovest.
Quando nel 1833 gli inglesi giunsero nell’isola, unificarono i tre regni sotto il nome di Ceylon. Ma le lotte non cessarono. Soprattutto con l’indipendenza ottenuta nel 1948 dal governo britannico. Il predominio dei singalesi fece sì che si togliesse il diritto di cittadinanza a un milione di tamil di origine indiana che erano stati portati dagl’inglesi per lavorare nelle piantagioni. Con la nuova costituzione del 1972 il nome Ceylon cambiò in Sri Lanka. In quella circostanza, i singalesi fecero rimuovere l’articolo 29 che garantiva i diritti delle minoranze. Così la percentuale dei parlamentari tamil passò dal 24% al 10%.
Il 18 maggio 2009 l’esercito dello Sri Lanka conquista militarmente tutte le aree tamil. Circa 300mila civili tamil vengono internati nella più grande prigione a cielo aperto del mondo. Il The Times del 10 ottobre 2009 scrive che ogni settimana muoiono all’incirca 1400 persone nei campi di internamento. Ban Ki-moon, segretario generale dell’Onu, dichiara: “Tra tutti i luoghi del genere che ho visitato, le scene peggiori le ho viste qui”.
Sui crimini perpetrati dal governo nei confronti dei tamil, il tribunale permanente dei popoli nel 2010 ha compilato un elenco che al solo leggerlo provoca indignazione. Ne citiamo i più sensazionali: sparizioni forzate di singoli membri della popolazione tamil; blocco dei rifornimenti di cibo, acqua e strutture sanitarie nelle zone di guerra; uso di armamenti pesanti, armi illegali e raid aerei; stupro e violenza sessuale contro le donne.
Questa guerra fratricida si concluse finalmente nel 2009. Si resta sorpresi se si considera che nonostante il tragico quadro sopra descritto, lo Sri Lanka si pone al terzo posto tra i paesi più religiosi al mondo. Da un censimento effettuato nel 2011 risulta che il 99% dei cittadini è convinta che la fede sia la componente più importante della vita. Le religioni più consistenti sono: buddismo 70,2%; induismo 12,6%; islamismo 9,7%; cristianesimo 7,5%, di cui 6,5% cattolici e 1% protestanti.
La visita di papa Francesco va vista in questo contesto pieno di contrasti. Di conseguenza anche le parole da lui pronunciate nel santuario di Madhu diventano comprensibili: “Cari fratelli e sorelle, ci troviamo nella dimora di nostra madre. Qui lei ci dà il benvenuto nella sua casa… Qui Maria ci introduce alla presenza del suo figlio Gesù. Qui srilankesi, tamil e singalesi, tutti giungono come membri di un’unica famiglia… Ci sono famiglie qui oggi che hanno sofferto immensamente nel lungo conflitto che ha lacerato il cuore dello Sri Lanka. Molte persone, dal nord e dal sud egualmente, sono state uccise nella terribile violenza e nello spargimento di sangue di questi anni… Dopo tanto odio, tanta violenza e tanta distruzione, vogliamo ringraziarla perché continua a portarci Gesù, che solo ha il potere di sanare le ferite aperte e di restituire la pace ai cuori spezzati… Solo quando arriviamo a comprendere, alla luce della croce, il male di cui siamo capaci, e di cui persino siamo stati partecipi, possiamo sperimentare vero rimorso e vero pentimento. Solo allora possiamo ricevere la grazia di avvicinarci l’uno all’altro… Infine, vogliamo chiedere alla madre Maria di accompagnare con le sue preghiere gli sforzi degli srilankesi di entrambe le comunità tamil e singalese per ricostruire l’unità che è stata perduta”.
Il santuario di Madhu, la cui importanza socio-religiosa è stata ben descritta dal discorso di papa Francesco, è considerato dagli srilankesi il luogo di culto per eccellenza. Ha una storia antica e drammatica. Inizia intorno al 1670, quando nell’isola giunsero gli olandesi. In quel periodo scoppiò una tremenda persecuzione dei cattolici. Un gruppo di questi, circa 700, trovò rifugio nella giungla, portando con sé la statua della Madonna per sottrarla alla furia distruttrice dei persecutori. In seguito, costruirono un primo santuario alla Madonna di Madhu.
Nel 1872 il popolo costruì una nuova chiesa. Nacque allora la consuetudine, tipica dei santuari, di organizzare pellegrinaggi. Impressionanti sono i pellegrinaggi che si fanno ogni anno il 2 luglio e il 15 agosto. Il santuario viene letteralmente assediato da oltre 600mila fedeli cristiani, buddisti, indù e musulmani.
La consacrazione del santuario fu celebrata per volere di Pio XII nel 1944. Durante il sanguinoso conflitto scoppiato negli ultimi decenni, su iniziativa dei vescovi dello Sri Lanka la statua della Madonna di Madhu è stata portata dai vescovi in processione per le parrocchie del paese per tre volte, nel 1948, 1974 e 2001. In particolare nell’ultima occasione si pregò per la pace e la riconciliazione nazionale.
Sotto il profilo architettonico la chiesa di Madhu si presenta con una facciata semplice sulla falsariga dei templi classici, caratterizzata da una sorta di portico coperto a terrazza, la navata centrale è fiancheggiata da due eleganti file di colonne che accompagnano lo sguardo del visitatore fino all’altare maggiore dove è ben visibile la Madonna di Madhu. Lo scorso 14 gennaio, papa Francesco canonizzò il primo santo dell’isola, il sacerdote Giuseppe Vaz.
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