MA L’INFERNO DOV’È FINITO?

ecogiovani
By Luciano Temperilli
Pubblicato il 31 Marzo 2014

Mi chiamo Caterina e avrei una domanda da porle: perché non si parla più dell’inferno? Dal catechismo alle prediche in chiesa non si fa più alcun accenno a questo luogo. Forse perché nell’immaginario collettivo è difficile conciliare la misericordia di Dio con una punizione eterna? Ma questo inferno, allora, esiste o no? Ed è veramente pieno di fiamme e sofferenza? Un caro saluto. Caterina

Effettivamente dell’inferno si parla poco. Ma esiste. Non sarà un luogo ma uno stato, come dicono i teologi. Ma esiste. Ed è la possibilità che l’uomo ha di fare totale fallimento esistenziale. Un fallimento voluto perché Dio è misericordioso ma “Dio che  ti ha creato senza di te non ti salva senza di te”, diceva sant’Agostino. Diceva papa Benedetto: “È venuto Gesù per dirci che ci vuole tutti in paradiso e che l’inferno, del quale poco si parla in questo nostro tempo, esiste ed è eterno per quanti chiudono il cuore al suo amore”. E papa Francesco, appena eletto papa, diceva: “Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio”. Esiste quindi anche il demonio e non c’è praticamente giorno che nell’omelia di santa Marta non cita la lotta contro il diavolo. Ma l’inferno è per coloro che vogliono andarci. Su questo punto tutti sono d’accordo. Papa Francesco parla tanto della misericordia. Ci ricorda che Dio è misericordioso proprio per dirci che si può evitare il grande, il vero fallimento della vita fidandosi di Dio.

Nella esortazione scritta recentemente papa Francesco afferma: “Insisto ancora una volta: Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia. Colui che ci ha invitato a perdonare settanta volte sette (Mt 18,22) ci dà l’esempio: Egli perdona settanta volte sette. Torna a caricarci sulle sue spalle una volta dopo l’altra. Nessuno potrà toglierci la dignità che ci conferisce questo amore infinito e incrollabile. Egli ci permette di alzare la testa e ricominciare, con una tenerezza che mai ci delude e che sempre può restituirci la gioia. Non fuggiamo dalla risurrezione di Gesù, non diamoci mai per vinti, accada quel che accada. Nulla possa più della sua vita che ci spinge in avanti!”.

Se ogni realtà ha due facce, la misericordia di Dio è il luogo della nostra salvezza. L’altra faccia è il fallimento causato dall’orgoglio che non ci fa chiedere perdono. E questa è, purtroppo, una possibilità totalmente umana.

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