L’UOMO è UNO STUPIDO?

Mi viene in mente una frase dell’Antico Testamento: l’uomo è uno stupido, è un testardo che non vede. L’unico animale del creato che mette la gamba sulla stessa buca, è l’uomo. Il cavallo e gli altri no, non lo fanno. C’è la superbia, la presunzione di dire: “No, ma non sarà così…”. E poi c’è il dio Tasca, no? Non solo sul creato: tante cose, tante decisioni, tante contraddizioni e alcune di queste dipendono dai soldi… L’uomo è uno stupido, diceva la Bibbia. E così, quando non si vuol vedere, non si vede. Si guarda soltanto da una parte. (Papa Francesco nella conferenza stampa nel volo di ritorno dalla Colombia)

L’uomo è uno stupido, un testardo che non vede». Parola di papa Francesco. L’infallibilità pontificia non c’entra: la verità è lampante, il problema semmai è ammetterlo. Un papa che dà dello stupido è insolito e per questo merita una riflessione, anche perché cita l’autorevolezza della Sacra Scrittura, la quale costata con amarezza la stupidità o stoltezza umana e la condanna quando diventa arroganza contro Dio o odio verso il fratello (Mt 5,22).

Durante la consueta conferenza stampa in aereo con i giornalisti, di ritorno dal viaggio in Colombia, l’11 settembre scorso, una giornalista chiede al papa se non ci sia la responsabilità dell’uomo nelle calamità naturali, più frequenti che mai. Un altro incalza: “Ma perché, soprattutto i governi, tardano a prendere coscienza del problema?”. È qui che papa Francesco sbotta con le parole sulla stupidità dell’uomo (parole riportate in corsivo a sinistra).

I cambiamenti climatici – osserva il papa – sono sotto gli occhi di tutti e la responsabilità umana è evidente. Ne è convinta la stragrande maggioranza degli scienziati, i quali chiedono di correre subito ai ripari. (Vedi articolo a pagina 12). Chi nega questa responsabilità spesso lo fa anche per motivi d’interesse, per “il dio Tasca”, afferma in modo colorito il papa. Non è stupidità questa mancanza di assunzione di responsabilità? E non si tratta di una stupidità innocente: è pericolosa, produce danni incalcolabili per tutti.

I negatori dell’influsso umano sull’inquinamento del Pianeta sono irresponsabili certo, ma non hanno il monopolio esclusivo della stupidità. Papa Francesco allarga il raggio e commenta: “L’unico animale del creato che mette la gamba sulla stessa buca, è l’uomo. Il cavallo e gli altri no, non lo fanno”. Ognuno di noi, l’umanità intera è incline alla stupidità. Quante volte ci siamo detti “che stupido che sono!”. Guai però se a dircelo sono gli altri.

Qualche lettore forse penserà che con tutta la ricchezza dell’insegnamento di papa Francesco, delle sue intelligenti provocazioni, dei suoi slogan straordinariamente efficaci, questo della stupidità dell’uomo è l’ultimo argomento da prendere in considerazione, anche perché a nessuno piace essere preso per stupido. Tuttavia, a pensarci bene, queste parole hanno una loro verità, spiacevole forse, ma che con una piccola dose di autoironia può diventare provvidenziale e farci evitare non solo l’arroganza di prenderci troppo sul serio, ma anche di fare troppi danni.

Non siamo forse stupidi quando perseveriamo in certi comportamenti che fanno male (droga, fumo, eccessi di cibo, eccetera) pensando di poterla fare franca? Non è stupidità proclamare la storia “maestra di vita” e ripetere spudoratamente gli stessi errori e orrori del passato nell’illusione di evitarne le conseguenze fallimentari? E quando ci pieghiamo alle mode più stravaganti e pericolose (piercing, tatuaggio, eccetera) diamo segno di intelligenza?

Le nuove tecnologie, pur così utili, offrono altre occasioni di stupidità perché invitano a fare a meno della necessità di porci domande scomode o addirittura di pensare perché ormai c’è chi pensa per noi e ha già tutte le risposte: Google e affini. E far dipendere l’umore della nostra giornata dai “like” che riceviamo sui social più che dalle nostre scelte di vita? L’elenco della stupidità umana è lungo. Albert Einstein diceva: “Due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi”.

Nessuno ha problemi ad ammettere la stupidità purché gli stupidi siano gli altri. Basta tuttavia un rapido e onesto esame di coscienza a convincerci che pecchiamo spesso di stupidità.

Roland Barthes ha scritto: “Bisogna sentirsi stupidi, per esserlo di meno!”. Appunto! Ammettere la propria stupidità o l’inclinazione a comportamenti stupidi dovrebbe renderci più prudenti, non farci “cadere nella stessa buca” due o più volte. A meno che l’ammissione non diventi un alibi per continuare a esserlo.

Mal comune mezza allegria? Solo se si tratta di quella stupidità innocua che può essere sopportata con un po’ di autoironia e un sorriso. In ogni caso è da intelligenti rendersi conto che la stupidità è sempre in agguato e che, almeno qualche volta, potremmo evitarla, soprattutto quella che è dannosa a se stessi e agli altri.