l’uguaglianza di tutti gli uomini
YOUCAT 61 SINTETIZZA LA RISPOSTA CON TRE PRECISAZIONI CHE APPROFONDIREMO SUBITO: TUTTI GLI UOMINI SONO UGUALI PERCHÉ TRAGGONO LA STESSA ORIGINE NELL’UNICO AMORE CREATORE DI DIO; TUTTI TROVANO IN GESÙ CRISTO IL LORO SALVATORE E SONO ORDINATI A TROVARE IN DIO LA LORO FELICITÀ E LA LORO ETERNA BEATITUDINE.
Sentiamo spesso dire che siamo tutti fratelli e sorelle, nel senso che non possiamo e non dovremmo essere indifferenti agli altri, soprattutto se si trovano in difficoltà. Nel comandamento dell’amore di Dio e del prossimo troviamo una motivazione molto importante: amare il prossimo come se stesso. E nella descrizione del giudizio finale, che possiamo rileggere al capitolo 25 del vangelo di Matteo, Gesù stesso ha voluto dare una chiara indicazione, identificandosi con chi è nel bisogno o nei piccoli (non solo in senso di età!) quando ripete due volte: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete (o non l’avete) fatto a me! (Mt 25,40.45). Queste e-spressioni si pongono già sul piano della carità e della solidarietà, ma è importante prendere coscienza che non si tratta di un atteggiamento moralistico o di buonismo. Infatti il perché va cercato all’origine, e dalla radice si estende alle motivazioni che abbracciano tutto l’arco dell’esistenza e ben oltre, come spiega in modo succinto YouCat. Come a dire, la risposta avvolge tutta l’esistenza: prima – durante – dopo. Mi spiego.
Prima: guardiamo alla nostra origine. Ci porta al momento della creazione da parte di Dio. Abbiamo tutti un unico creatore: “E Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò. Maschio e femmina li creò” (Gn 1,27). Questa è la nostra unica e comune radice, origine. L’essere umano viene direttamente da Dio creatore, anche se i nostri corpi si formano durante la gestazione materna prima di vedere la luce, la nostra origine è in Dio che ci chiama all’esistenza e ci apre agli spazi del tempo, proiettati verso l’eterno. Questa è un’affermazione di fede che, peraltro, non esclude alcuna possibilità di ipotesi scientifiche (evoluzione, trasformazione, adattamento, monogenismo o poligenismo). Ogni uomo che nasce, diceva un poeta del secolo scorso, ci rassicura che Dio non è stanco dell’uomo e ama ancora la creatura (Tagore).
Durante l’arco dell’esistenza. La fede cristiana, guardando a Gesù Cristo, scopre una ulteriore motivazione dell’uguaglianza tra tutti gli esseri umani: Gesù Cristo è venuto per essere il Salvatore di tutti indistintamente. Anche se l’uomo è sempre libero di credere o non credere, Gesù ci ha fatto conoscere Dio come Padre che vuole la salvezza di tutti i suoi figli e per questo ha mandato il suo Figlio, vero Dio e vero uomo, perché l’uomo possa ritrovare la propria vera identità di figlio di Dio. Sant’Atanasio, un sapiente padre della chiesa, vissuto tra il 295 e il 373, diceva: Egli (Dio) divenne ciò che noi siamo, perché egli potesse fare di noi ciò che egli è.
Ma come è possibile questo, si domanderà qualcuno? Perché in Gesù noi non abbiamo soltanto un modello, unico e assoluto, come ho spiegato il mese scorso, ma colui che ci apre la via della vera felicità e ci offre la possibilità di entrare nell’eterna beatitudine dei figli di Dio. È Gesù Cristo che, con la sua morte e risurrezione ci ha riconciliati con il Padre. Leggi con attenzione queste poche parole dell’apostolo Paolo: “Era Dio che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione” (2Cor 5,19).
Dopo, cioè alla fine dell’esistenza terrena: tutti sono chiamati a trovare in Dio la loro felicità e la loro eterna beatitudine. Lo dice chiaramente san Paolo nella Lettera agli Efesini. Nel secondo capitolo, parlando delle genti cioè coloro che non appartengono al popolo ebraico, l’apostolo afferma che in Gesù Cristo anche le genti (cioè i non ebrei, i pagani) sono stati resi co-eredi, con-corporei, com-partecipi della salvezza nel modo che solo Dio sa, ma che esige anche una libera scelta da parte della creatura.
In virtù di questo disegno d’amore e di perdono, tutta l’umanità diventa una sola famiglia e tutti gli esseri umani devono considerarsi fratelli e sorelle. Così la solidarietà va ben oltre i limiti delle relazioni brevi per assumere una dimensione che non ha confini e abbraccia l’umanità intera. Una solidarietà che oppone resistenza alle separazioni razziste, sessiste, economiche. Una solidarietà, infine, che non ha nulla di ideologico, ma che si fonda unicamente su ciò che la fede ci insegna e la carità di obbliga a vivere come cristiani. misec@tiscali.it