LUCE SU ALCUNI FATTI

By Stefano Pallotta
Pubblicato il 2 Settembre 2019

L’estate è finita (o quasi). È il periodo dell’anno in cui il genere umano vive la sua stagione di letargo. Più o meno meritato, ma comunque al rallentatore. Tutti sono andati in vacanza. Anche chi (la maggioranza) è rimasto a casa ha potuto ritagliarsi qualche spazio di ristoro in attesa della stagione invernale. Lunga e inesorabile come in Abruzzo sa essere per lunghi sette-otto mesi l’anno. Non tutto si è bloccato, però. I fatti, anche di una certa importanza, sono stati raccontati dai mezzi d’informazione locali. Ve ne sono taluni, tuttavia, che sono rimasti sotto… l’ombrellone, in penombra, quasi ignorati. Andiamo a scovarne qualcuno.

Paolo Pacitti, giornalista aquilano di lungo corso, è stato nominato redattore capo della sede Rai dell’Abruzzo. è un giornalista cresciuto nella Rai nazionale, quindi una scelta interna che premia la professionalità, ma soprattutto la conoscenza del territorio. Finalmente un giornalista a capo della redazione abruzzese che non sia avulsamente catapultato in regione senza un minimo di cognizione del nostro territorio e dello spirito abruzzese, inteso sopra ogni frusto stereotipo identitario. L’informazione regionale della Rai rappresenta un pilastro fondamentale per le dinamiche di crescita e di sviluppo dell’Abruzzo. Una regione che sempre più vede impoverirsi di mezzi di comunicazione nell’indifferenza (almeno fino ad oggi) delle istituzioni che non hanno mosso un dito per sostenere un settore, quello dell’informazione locale, che paradossalmente è strategico per la stessa politica. Auguri a Paolo.

La Perdonanza Celestiniana è entrata ufficialmente nella lista delle candidature italiane a patrimonio culturale dell’Unesco. Non sarà l’unica candidata che il comitato dovrà scegliere il prossimo dicembre a Bogotà. Sarà affiancata dalla Transumanza e dall’Alpinismo. Comunque vada, l’Abruzzo giocherà un ruolo importante. Se la scelta cadrà sulla Perdonanza, la città dell’Aquila potrà vantare di un riconoscimento storico-culturale di rilevanza internazionale. Ma se il comitato dell’Unesco dovesse orientarsi sulla Transumanza non sarebbe meno rilevante per la valorizzazione del patrimonio pastorale che la nostra regione può vantare a livello nazionale. In quanto all’alpinismo, poi, i protagonisti che ne hanno tracciato la storia nazionale non hanno potuto fare a meno di misurarsi con le cime dell’Appennino abruzzese, in primis con sua maestà il Gran Sasso.

L’Abruzzo è una delle poche regioni che non si è dotata ancora del garante dei detenuti. Una storia che va avanti da diversi anni tra polemiche e rinvii. Adesso, però, le cose stanno precipitando. Le carceri abruzzesi scoppiano di persone. Un sovraffollamento inumano che costringe i reclusi a vivere condizioni da gironi infernali. Nel carcere dell’Aquila due detenute anarchiche, nel momento in cui scriviamo, hanno raggiunto 30 giorni di sciopero della fame per protestare contro le dure condizioni di vita. Il garante dei detenuti è una figura indispensabile per il rispetto dei diritti costituzionali delle persone private della libertà personale. Chi ha sbagliato è giusto che paghi il conto con la società, ma in condizioni di rispetto della sua dignità. La persona sopra ogni altra cosa.

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