Quando Gabriele nel settembre del 1856 da Spoleto arriva a Morrovalle per iniziare il noviziato e incamminarsi verso la vita religiosa e sacerdotale trova come direttore spirituale padre Raffaele Ricci. A lui Gabriele racconta subito la sua vita e apre il suo cuore; a lui confida come la Madonna il precedente 22 agosto durante la processione per le vie di Spoleto gli ha parlato al cuore con materna tenerezza dicendogli chiaramente: “Il mondo non è per te, la vita religiosa ti aspetta”. Gabriele non nasconde nessun particolare riguardante la sua vita in famiglia, i suoi studi, i suoi passatempi preferiti, il suo amore alla caccia e al teatro.
Ma rivela anche la sua devozione alla Madonna addolorata, la sua sensibilità verso i poveri, lo sforzo di mantenersi sempre buono. Gli dice soprattutto che è entrato in convento per farsi santo. Si mette nelle sue mani perché lo aiuti a essere fedele all’impegno e lo guidi nel cammino intrapreso. Padre Raffaele lo ascolta stupito, lo fissa in volto e negli occhi; a stento riesce a trattenere la commozione. Di giovani ne ha visti parecchi, di storie belle ne ha sentite tante, ma un giovane così dolce e deciso come quello che gli sta parlando, non lo ha mai incontrato.
Padre Raffaele si prende cura di Gabriele e lo accompagna sapientemente nel primo anno della vita in convento. Sarà lui a presiedere la cerimonia durante la quale il 21 settembre 1856 Gabriele veste l’abito passionista e quella in cui il 22 settembre dell’anno successivo emette la professione religiosa. I testimoni dicono che è stato lui a mettere le basi alla santità di Gabriele, lavoro proseguito poi con altrettanta saggezza dal venerabile padre Norberto Cassinelli. Gabriele scrivendo al papà, chiama padre Raffaele “il mio ottimo padre spirituale” e il beato Bernardo Silvestrelli, dirà di lui: “Era veramente un grande uomo, era proprio un santo”.
Raffaele era nato a Ceccano (Frosinone) il 9 febbraio 1812. Conosce presto i passionisti presenti nel convento situato in periferia della cittadina. Dopo una infanzia e adolescenza irreprensibili, entra in convento a diciotto anni, come Gabriele; professa i voti religiosi il 28 maggio a Paliano (Frosinone). Concluso lodevolmente il corso scolastico a Vetralla, il 19 dicembre 1835 riceve l’ordinazione sacerdotale a Viterbo. Nel 1838 viene trasferito a Recanati. Si dedica alla predicazione; ha una buona preparazione, possiede una voce chiara, è vivace nell’esposizione. I fedeli lo apprezzano molto. Nel 1853 un nuovo trasferimento: da Recanati a Morrovalle; l’anno successivo di nuovo a Recanati. Nel 1855 viene eletto maestro dei novizi e torna a Morrovalle sede del noviziato; qui l’anno seguente accoglie il giovane Gabriele.
Le vicende risorgimentali e le leggi anticlericali portano alla chiusura del noviziato e lo costringono a numerosi trasferimenti. Nel 1863 viene eletto ancora maestro dei novizi residenti a Paliano; nel 1869 sarà superiore per un triennio della comunità e poi di nuovo maestro fino al 1875. Superiori e confratelli vorrebbero affidargli ancora posti di responsabilità, ma padre Raffaele fa presenti le sue precarie condizioni di salute e prega di lasciarlo libero da incarichi. Vuole dedicarsi alla preghiera e prepararsi all’incontro con il Signore che sente sempre più vicino. Trasferito a Falvaterra le sue condizioni di salute peggiorano rapidamente e muore assistito dai confratelli, tra i quali il venerabile padre Fortunato De Gruttis. È il 21 settembre 1879; proprio 23 anni prima aveva presieduto la cerimonia della vestizione religiosa di san Gabriele.
Gli anni migliori della sua vita padre Raffaele li aveva dedicati alla formazione dei giovani da lui guidati non solo con rara sapienza e sincero affetto, ma anche con il suo esempio di passionista sereno e coerente, generoso e gioiosamente proteso verso la santità. Oltre a san Gabriele e al beato Bernardo Silvestrelli, tra i tanti novizi di padre Raffaele vi sono un futuro arcivescovo, tre futuri superiori generali, non pochi superiori provinciali, e tanti religiosi celebri per santità e dottrina. Tutti con la loro vita terranno viva la sua memoria non solo in Italia e in Europa, ma anche oltreoceano. Sotto la loro guida saggia e illuminata la congregazione continuerà a nutrirsi dell’insegnamento e della ricchezza spirituale di padre Raffaele, l’ottimo padre spirituale di san Gabriele. (7)