Oltre 550 miliardi di dollari nel 2019 (20 in più rispetto all’anno precedente): è questa la cifra delle rimesse – ovvero le somme di denaro inviate da parte degli emigrati nel paese d’origine – dei 200 milioni di lavoratori migranti nel mondo che permettono ai loro 800 milioni di familiari di sopravvivere. Le cifre le ha date Gilbert F. Houngbo, presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad), in un messaggio divulgato in occasione della Giornata Internazionale delle Rimesse Familiari (Idfr) delle Nazioni Unite. Houngbo ha spiegato che il denaro spedito a casa dai 200 milioni di lavoratori migranti nel mondo ammonta a oltre il triplo degli aiuti ufficiali allo sviluppo (Aps) e supera gli investimenti esteri diretti (Ide). Una cifra che corrisponde però solo al 15 per cento del reddito dei migranti, perché l’85 per cento rimane nei paesi che li ospitano.
“Dietro le cifre ci sono le rimesse individuali di 200 o 300 dollari che i migranti spediscono a casa regolarmente, in modo che i loro 800 milioni di familiari possano provvedere alle proprie necessità immediate e costruirsi un futuro migliore nei loro paesi di origine. La metà di queste rimesse vengono spedite nelle aree rurali, dove le necessità sono maggiori”, ha dichiarato Houngbo.
Se la tendenza attuale continuerà, si calcola che nel corso dei 15 anni interessati dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile verranno inviati a famiglie nei paesi in via di sviluppo circa 8500 miliardi di dollari. Si stima che entro il 2030 saranno stati messi da parte o investiti oltre 2000 miliardi di dollari (in media il 25 per cento delle rimesse ricevute). Se sfruttate in modo efficace, le rimesse possono avere un effetto moltiplicatore senza precedenti sullo sviluppo sostenibile.
“I governi, gli enti regolatori e di controllo e il settore privato hanno un ruolo importante da svolgere nello sfruttare gli effetti di questi flussi e, così facendo, aiutare quasi un miliardo di persone a raggiungere i propri obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030”, ha aggiunto Houngbo.
Dato che la metà di questi flussi finanziari è diretta verso le aree rurali dei paesi in via di sviluppo, l’Ifad è impegnato da tempo ad amplificare l’impatto delle rimesse sullo sviluppo. Il contributo determinante dei lavoratori migranti è stato anche riconosciuto dall’Accordo globale delle Nazioni Unite per Migrazioni sicure, ordinate e regolari, approvato nel dicembre 2018.
Essendo le rimesse fondi privati trasferiti attraverso canali privati, queste suscitano un crescente interesse da parte del settore privato, sia come opportunità di affari che come strumento per promuovere lo sviluppo. Tutta la comunità internazionale si sta impegnando per ridurre ulteriormente i costi di trasferimento delle rimesse, avvicinandoli all’obiettivo del 3 per cento stabilito dall’Obiettivo di sviluppo sostenibile numero dieci. Collegare questi flussi di risorse ai servizi finanziari, introducendo milioni di persone al settore finanziario, rimane una delle maggiori opportunità di sviluppo offerte dalle rimesse.
“Negli ultimi dieci anni – ha detto Paul Winters, vicepresidente associato dell’Ifad, parlando a un evento tenutosi nella sede delle Nazioni Unite a New York – l’Ifad ha investito in più di 40 paesi, sostenendo oltre 60 progetti mirati a potenziare l’impatto che le rimesse hanno sullo sviluppo a favore delle famiglie e delle comunità. Fornire alle famiglie un accesso più agevole alle rimesse e la possibilità di sfruttarle meglio attraverso istituzioni finanziarie rurali ha avuto un impatto positivo nelle aree extraurbane, avvicinando al settore finanziario molti beneficiari di rimesse che non avevano alcun rapporto con istituzioni bancarie. Grazie a questo effetto inclusivo – ha aggiunto Winters – le famiglie possono ora utilizzare le rimesse come garanzia e avere accesso a prodotti finanziari quali risparmio, credito e coperture assicurative Di fatto, si può affermare che nelle aree rurali povere le rimesse possono contribuire a rendere l’emigrazione una scelta e non una necessità per tanti giovani e per le generazioni future”.