L’INFERNO ESISTE VERAMENTE?
Una domanda stupida, forse, che però mi faccio spesso, anche più volte nella stessa giornata. L’inferno esiste veramente? Dio, esempio di bontà infinita, sarebbe veramente capace di mandarci qualcuno nella sofferenza eterna? Sarebbe veramente così “cattivo” da destinare alle fiamme un suo “figlio”?
Questo interrogativo compare spesso nei discorsi con i miei compagni di scuola. Se fosse fondato il nostro timore – cioè che l’inferno non esiste – che senso avrebbe comportarsi secondo le regole di vita e i comandamenti? Sarebbe veramente una grande presa in giro… Non crede? 1996
Vi fate domande imbarazzanti, cari ragazzi! Su questo argomento si preferisce oggi glissare, sia da menti laiche ridanciane che da credenti buonisti. I primi lo buttano in barzelletta, i secondi lo prendono come un “bau bau” per bambini irrequieti. Alla fine c’è sempre un padre tanto bonaccione che tutto copre! Ma se così fosse, come dite giustamente (ma solo in parte!) la vita non sarebbe una cosa seria! Forse cerchiamo soluzioni semplici perché il problema ci angoscia perché dietro c’è la paura del fallimento della vita. Tanto prima o poi tutti siamo chiamati a interrogarci che stiamo a fare su questa terra e a domandarci cosa sia giusto o sbagliato. E avvertiamo che c’è la possibilità di fallire. E l’esperienza ce lo dimostra. A volte si sbaglia senza volere, e ci dispiace. A volte si sbaglia per orgoglio o perché succubi di tentazione che ci hanno falsato la realtà: una soddisfazione immediata per una vita tribolata. Non è così la droga e tante altre cose che poi ci fanno dire “quanto mai l’ho fatto” o “ la mia vita è un inferno”?! In tante situazioni, nel bene e nel male, sappiamo che c’è una scelta dietro, c’è il gioco della nostra libertà. Fragile, debole, a volte confusa, ma sono scelte nostre. Quindi ci mettiamo sempre nella possibilità di realizzarci o di fallire. Ecco, l’inferno è la possibilità del fallimento perché abbiamo giocato male la nostra vita. E Dio ce l’ha lasciata giocare. Ci ha detto quello che è bene e quello che è male. Ci ha detto che possiamo sempre pentirci, ricominciare e ottenere il perdono. Che lui ci aiuta se ci fidiamo di lui. Insomma ci tratta da adulti responsabili e non da minorenni. Ma il fatto è che certa gente pare che ci provi gusto a fare l’opposto di quello che dice Dio. Papa Benedetto osserva: “Possono esserci persone che hanno distrutto totalmente in se stesse il desiderio della verità e la disponibilità all’amore. Persone in cui tutto è divenuto menzogna; persone che hanno vissuto per l’odio e hanno calpestato in se stesse l’amore. è questa una prospettiva terribile, ma alcune figure della stessa nostra storia lasciano discernere in modo spaventoso profili di tal genere. In simili individui non ci sarebbe più niente di rimediabile e la distruzione del bene sarebbe irrevocabile: è questo che si indica con la parola inferno”.
E studiando la storia forse anche noi la pensiamo allo stesso modo. Questo vuol dire che questi personaggi sono andati all’inferno? E qui non lo sappiamo ma speriamo (esatto, speriamo!) che nel cuore del malvagio esista un attimo per chiedere perdono. Per questo la chiesa invita a pregare per i morti e, mentre ci dice che ci sono santi in paradiso, non ci dice che ci siano dannati all’inferno. Semplicemente non lo sa. Spera che la misericordia di Dio vinca l’ostinazione dell’uomo (esatto: spera!).
Ti dicevo sopra che hai ragione solo in parte, nel senso che la vita è seria e le scelte hanno delle conseguenze. Ma con Dio uno non si dovrebbe comportare bene per paura dell’inferno. Perché credere in lui significa credere all’amore che ci ha mostrato in Gesù, crocifisso e risorto. Un amore che perdona e rigenera, che accoglie e fa festa, come nella parabola del figliol prodigo. Basta “tornare” nella “sua e nostra” casa facendoci abbracciare come figli.