Dialogo con i lettori
Cari lettori de L’Eco,
il prossimo mese troverete una sorpresa, L’Eco avrà una nuova veste, una nuova impaginazione grafica, più moderna e bella. Siamo (quasi) sicuri che vi piacerà. A ogni modo aspettiamo i vostri commenti, qualunque essi siano.
L’occhio vuole la sua parte, ma ovviamente la nostra prima preoccupazione non riguarda tanto l’apparenza esteriore della rivista quanto i contenuti che vogliamo sempre più aderenti alle esigenze spirituali e materiali dei lettori. Faremo sempre del nostro meglio, con i mezzi limitati che abbiamo, per darvi una informazione corretta e onesta.
L’Eco è innanzitutto la rivista del santuario di San Gabriele, che del giovane santo diffonde il messaggio spirituale e la sua passione di portare tutti ad amare Dio e la Vergine. Questo rimarrà sempre il nostro primo impegno. Abbiamo la pretesa di aiutare la gente ad avere un santo per amico. Amiamo pensare che i lettori de L’Eco formino come una famiglia, che si riconosce nell’amicizia condivisa che li lega a san Gabriele, che a sua volta li tiene collegati a Dio, alla Chiesa e tra di loro e dona speranza, serenità ed energie nuove alla loro vita.
Nello stesso tempo L’Eco è anche un organo di informazione e attualità che intende offrire un contributo ai lettori per vivere in modo critico e in pienezza il loro tempo perché, come afferma papa Leone XIV “noi siamo i tempi” e “solo i popoli informati possono fare scelte libere”. Infatti, è sempre papa Leone che parla, “la comunicazione non è solo trasmissione di informazioni, ma è creazione di una cultura di ambienti umani e digitali che diventano spazi di dialogo e di confronto”.
L’Eco non è confezionato solo dal direttore e dalla redazione, ma da tutti i lettori che vorremmo più attivi sia nel dialogo con la direzione e più ancora nella diffusione. Contiamo sulla vostra collaborazione, i vostri consigli, le vostre critiche. Una proposta: se ogni abbonato ne conquistasse uno nuovo L’Eco sarebbe in cima alle classifiche di diffusione. Perché non tentare?
Concludo con un invito rivolto dai papi Francesco e Leone non solo ai giornalisti ma a tutti, anche ai lettori: “Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra”. La pace nel mondo comincia anche da un linguaggio senza fanatismo, odio, aggressività di ognuno di noi.
Padre Ciro Benedettini, direttore