Learning English through… Famous Chefs

Parliamo questo mese del famoso chef Gordon Ramsay che l’8 novembre compie 50 anni.
By Monica Consorti
Pubblicato il 1 Novembre 2016

Gordon Ramsay’s half-century has been a productive one: he created an empire that includes 30 restaurants and countless TV appearances; he has also been one of the key players behind the surge of chefs’ popularity. Born in Scotland, the second of four children, he moved often when he was a child before his family decided to stay in Stratford-Upon-Avon.  As a teen, he was a talented football player and he had already been spotted by the Rangers when an injury made him reconsider his career as an athlete. He then chose to enroll at a local college to study hotel management and catering. After graduation, he worked under many talented chefs such as Marco Pierre White, Albert Roux, and his mentor Guy Savoy. His experience in Paris showed him that his was a true passion, not just a passing fancy and that cooking was going to be his life. Back in the UK, he took one of the biggest risks of his life when he branched out on his own and opened the first “Gordon Ramsay Restaurant”; after only three years, he was awarded three Michelin Stars, the first Scot to ever receive that honor. The experience was chronicled in the documentary “Boiling Point” that first exposed Gordon Ramsay to a mass public. His abrasive style quickly won over a large public, and that led to more and more TV shows: Kitchen’s Nightmares, Hell’s Kitchen, Masterchef and so on. When asked about his style, he said: “it’s the industry language… you can’t just pick up excellence and brilliance… you got to get them excited, turned on”. Excitement is what prevents him from resting on his laurels and drives him to always try different things, like Gordon Ramsay Dash, a mobile game that mimics life as a chef. After all, as he says, “the most exciting thing about food is that never two days are the same”.

Il mezzo secolo di Gordon Ramsay è stato produttivo: ha creato un impero che include 30 ristoranti e innumerevoli apparizioni televisive; è anche stato una delle figure chiave dietro l’aumento di popolarità degli chef. Nato in Scozia, secondo di quattro figli, si è trasferito varie volte da bambino prima che la sua famiglia decidesse di rimanere a Stratford-Upon-Avon. Da teenager, era un giocatore di calcio di talento ed era già stato scoperto dai Rangers quando un infortunio gli fece cambiare idea sulla sua carriera d’atleta. Scelse a quel punto di iscriversi ad un’università locale per studiare catering e hotel management. Dopo la laurea, ha lavorato per molti chef di talento come Marco Pierre White, Albert Roux e il suo mentore Guy Savoy. La sua esperienza a Parigi gli ha mostrato che la sua era una vera passione, non un semplice passatempo e che cucinare sarebbe stata la sua vita. Di ritorno in Inghilterra, ha corso il rischio maggiore della sua vita, quando ha aperto il primo “Gordon Ramsay Restaurant”; dopo appena tre anni gli sono state assegnate tre stelle Michelin, mai ricevute prima da uno scozzese. L’esperienza è stata raccontata nel documentario “Boiling Point” che per la prima volta lo ha fatto conoscere ad un pubblico di massa. Il suo stile burbero ha velocemente conquistato un largo pubblico e ha portato a più e più tv Shows: Cucine da incubo, Hell’s Kitchen, Masterchef e così via. Quando gli hanno chiesto del suo stile, ha risposto: “È il linguaggio del settore… non puoi semplicemente acquisire l’eccellenza e la genialità… li devi far entusiasmare”. L’entusiasmo è quello che gli impedisce di dormire sugli allori e lo porta a tentare sempre cose nuove, come il gioco Gordon Ramsay Dash, che ti permette di vivere come uno chef. D’altronde, come dice lui, “la cosa più eccitante della vita in cucina è che non ci sono mai due giorni uguali”.

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