LE SCINTILLE DI BENE

Mi chiedono spesso i miei cortesi lettori se sono ancora ottimista, dove quel ancora vuole alludere alla precaria situazione che stiamo vivendo. Embè, nessun dubbio. Io vedo nero solo quando è buio, anche perché so che dietro ogni nuvola c’è sempre il sole. Come Nicoletta Romanoff che dichiara: “Io non perdo mai il sorriso per nessun motivo, sono vulcanica e tutta proiettata all’esterno”. Mica sempre facile, comunque.

La vita mi ha insegnato ad essere serio, ma non serioso; risoluto, ma non imperioso; fiducioso, ma non superficiale; dolce, ma non arrendevole; ironico, ma non sarcastico; semplice, ma non ingenuo; tollerante, ma non indifferente; buono, ma non buonista; finalmente ottimista, ma non troppo sognatore. Insomma, cerco di saldare l’ottimismo con la realtà.

Mi ha fatto molto riflettere l’ultimo best seller di Alessandro D’Avenia Ciò che inferno non è, dedicato a Pino Puglisi, il prete ammazzato dalla mafia nel 1993: “Quell’uomo, un eroe che andava a testa alta e guardava in faccia il male, è stato un apostolo, un profeta, un maestro raro, che ci ha insegnato come scovare scintille di bene anche negli angoli più neri, anche nell’inferno di cui ho scritto”. Già caso letterario con il romanzo d’esordio Bianca come il latte rossa come il sangue (un milione di copie vendute e 20 traduzioni internazionali, tuttora in classifica dopo oltre tre anni) scrive ancora D’Avenia, 37 anni, il prof più osannato d’Italia: “Ci sono un sacco di persone per le quali il problema non è cosa, ma se mangeranno, eppure vivono con dignità la loro povertà, capaci di mantenere la schiena dritta nonostante le frustate della vita”.

Non meno significativo l’appello della 17enne studentessa pakistana Malala, la più giovane di sempre a ricevere il Nobel per la pace: “Cerchiamo di condurre una gloriosa lotta contro l’analfabetismo, la povertà e il terrorismo; dobbiamo imbracciare i libri e le penne, sono le armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”.

A proposito di Nobel. È stato assegnato il premio per la medicina a due dottori che hanno individuato il Gps del nostro cervello, cioè un sistema di cellule che permette di orientarci. Scoperta sensazionale, di particolare utilità soprattutto in questo periodo in cui per il premier Renzi la parola chiave è ritmo. “Ritmo-ritmo” diceva già una canzone-parodia di Alberto Sordi.

Ecco infine la star britannica Zoella, giovane blogger che al suo esordio letterario con Girl Online ha battuto perfino la Rowling di Harry Potter e Dan Brown. E dire che quando nel 2009 aprì il suo blog pensava solo a un passatempo per discutere tra ragazze di moda e bellezza. Invece ora, a 24 anni, è un fenomeno dei social network e dell’industria libraria, la potenza mediale più influente del Regno Unito tra le giovani generazioni.

Quando si dice che non occorre vincere la lotteria per sentirsi fortunati. Ma oggi dopo la dicotomia essere/avere siamo all’essere/sembrare con l’ultimo ritrovato della rete, il wealfie (contrazione di wealthy selfie): immortalarsi con vip o sfondi da favola per sentirsi ricchi e farlo sapere al mondo. Chi si contenta.