LAUREA CON…FRODE

By Antonio Andreucci
Pubblicato il 3 Novembre 2019

Il “Trota” – al secolo Bossi Renzo, figlio di Umberto, fondatore della Lega Nord (quella di Roma ladrona…) – vantava un diploma di laurea triennale in Gestione aziendale, conseguito presso la Facoltà di Economia dell’università privata albanese Kristal di Tirana. Quando scoppiò lo scandalo, il ministro dell’Interno albanese dichiarò che il “Trota”, nomignolo di Bossi junior, ottenne “la laurea senza essere andato un solo giorno in ateneo e […] senza aver mai seguito le lezioni nelle università private albanesi”. Addirittura, risultò che l’iscrizione era avvenuta prim’ancora che il giovane prendesse il diploma di scuola superiore. Un dottore “taroccato”, quindi. D’altronde, chi di noi non si è sentito chiamare dottore almeno tre volte in vita sua da parcheggiatori abusivi lesti a indicare una piazzuola libera che avevamo già visto: “Dottò, venghi qua. Sterza un poco a destra, ora dritto, adesso un pochino a sinistra. Ferma, sta bene così dottò”. E alla fine di questa manfrina, la solita monetina di ringraziamento. Cinquanta centesimi per tre “dottò”. Un affare, senza il bisogno di studi e di correggere il parcheggiatore. Come stupirsi, quindi, se c’è gente disposta a spendere qualche migliaio di euro pur di appendere o spacciare una laurea. L’importante è declamare il titolo, non come lo si sia conseguito. Il caso del “trotino” era riconducibile a un’università reale e compiacente, alla quale, proprio in seguito allo scandalo, fu prima sospesa e poi ritirata dal governo albanese la licenza, per mancanza di serietà scientifica.

Ovviamente, il caso di Renzo Bossi non è isolato. Sono migliaia, e di ogni strato sociale, le persone che si rivolgono a presunte università con nomi altisonanti per conseguire una laurea. C’è chi ha fretta di fare carriera negli enti pubblici e nelle aziende private e cerca la via breve per ottenere un titolo accademico (ma anche un master post-laurea, ormai tanto alla moda e richiesto). Ci sono professionisti che a fine carriera, per questioni personali, vogliono vedere riconosciute le proprie professionalità; oppure studenti che vogliono esercitare alcune professioni per le quali è prevista la laurea, ma non riescono a entrare in concorsi o abilitazioni e quindi si rivolgono agli atenei compiacenti o fasulli. Lo stesso fanno coloro ai quali il titolo serve solo per vanagloria, narcisismo, per scrivere “dottore” sul biglietto da visita o declamarlo quando gli vengono chiesti nome e cognome.

Tutta questa richiesta ha generato la proliferazione delle industrie del falso accademico. A volte questi atenei usano nomi simili a quelli di università serie (come facevano una volta per le borse false: Pada invece di Prada). Per esempio, Standford University (per assonanza, con la “d” che nella pronuncia scompare) è simile alla celebre università di Stanford, in California. La Standford – quella con la d – ha sede nel Texas (sempre Usa sono) e ha operato anche in Italia. Altri esempi: l’European Institute of Technology, che nulla ha a che vedere con l’European Institute of innovation & Technology (Eit), polo d’eccellenza della Commissione europea. Ci sono para-istituzioni che operano in Italia vantando dubbi accreditamenti internazionali, altre che si sono specializzate nel costruire e consegnare finte lauree ad honorem. La Libera università degli studi di Formello (poi fatta chiudere dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato) millantava diplomi in cinema e teatro riconosciuti dal ministero dell’Istruzione e finanziamenti europei inesistenti; la Mons Calpe con sede a Gibilterra, l’università Mechnikov di Odessa operante a Portici, l’universidade Moderna di Lisbona, l’americana Clayton, con amministrazione a San Marino, l’University of the Islands, oppure la Pebble Hills University che vantava un accreditamento dal Department of education di Seborga, un ameno e particolare paesino ligure ai confini con la Francia. Seborga – probabilmente per motivi folcloristici, ma non solo – rivendica l’indipendenza dalla Repubblica italiana, in virtù di un presunto antico status di Principato di cui la località anticamente avrebbe goduto, ritenendo non valida l’annessione al Regno di Sardegna. All’attività normale di un paese italiano, affianca una parallela burocrazia fatta di principe, moneta, targhe automobilistiche propri. Ebbene, oltre ai suoi 293 abitanti, vanta la sede di 15 università fasulle.

Il fenomeno delle false lauree sta adeguandosi al mutare dei tempi e dal modello tradizionale si sta passando a un altro fatto da una galassia di società riconducibili a diversi paesi, con una miriade di siti web di diverse istituzioni inesistenti. I titoli prodotti sono venduti e spesi in una molteplicità di nazioni su scala globale. Nel 2015 il New York Times svelò gli affari della pachistana Axact, capace di esportare insieme ai programmi software migliaia di titoli fasulli. Erano almeno 370 i siti che li producevano offrendoli poi a scuole, università, agenzie: 270 mila i clienti in 197 paesi, Italia compresa. E, come nelle migliori promozioni discount, si vendono anche pacchetti “tutto compreso”: Bachelor, Master, Phd. A volte, con questi espedienti si riesce persino ad accedere a corsi di studi regolari, come è avvenuto per molti dei diplomati alla Social college di Fermo (Ab antiqua universitate picena): 411 diplomi taroccati per assistenti sociali. Con quegli attestati, moltissimi si iscrissero all’università D’Annunzio. Quando lo scandalo ven-ne fuori, si scoprì che nel frattempo il ministero dell’Università aveva sanato le posizioni. E che altro poteva fare, ormai. Eppure va detto che il ministero in questi anni di false università ne ha scoperte e fatte chiudere a decine. Tra queste, l’Accademia europea degli studi a distanza, collegata alle università particolari di Loja-Ecuador, Nuevo Leòn e dello Shri Lanka; l’Accademia superiore di scienze naturali e psicobiofisiche (sic!), la Magna università europea della terza età; l’università ecologica di Roma facoltà di Parapsicologia; la World university roundtable; University of aeterna Lucina Vitama, la Libera facoltà di Scienze della comunità, il Centro de estudios naturistas. Come dire: laurea cum frode.

 

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